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1.4 – La Lega Nord




1.4 – La Lega Nord

La Lega Nord era radicata sul territorio del Centro-Nord, con rivendicazioni concrete a carattere locale e con il rifiuto degli schemi ideologici liberali o socialisti. Ma era del tutto assente al Sud.

Per affrontare le elezioni della XVI legislatura la Lega Nord presentò un programma elettorale incentrato sulla lotta all’immigrazione clandestina e fece affiggere numerosi manifesti elettorali raffiguranti un indiano e la battaglia contro la criminalità tramite la tolleranza zero. Per la Lega Nord il biennio 2008-2010 fu molto positivo politicamente. Oltre alla vittoria premiante nelle elezioni politiche del 2008 per l’alleanza con il Centrodestra, con la vittoria alle elezioni europee del giugno 2009 la Lega portò a Strasburgo addirittura nove eurodeputati, tra cui il primo dalla Regione Toscana, frutto di un 10,21% guadagnato a livello nazionale ed un 28% ottenuto solo nel Veneto, che portò la Liga Veneta ad essere il partito più votato in Regione e la Lega Lombarda al 20% in Lombardia, piazzandosi come il secondo partito più votato.

Alle elezioni regionali del 28 marzo 2010 la Lega si presentò alleata con il PdL ed ottenne il 12,5% dei voti a livello complessivo. In Lombardia ottenne il 20 %, e in Veneto il 35%.

Due esponenti leghisti diventarono Governatori di Regione: il novarese Roberto Cota in Piemonte ed il trevigiano Luca Zaia nel Veneto.

Per il Centrodestra fu una riconferma elettorale, in quanto il Veneto era già stato conquistato con Giancarlo Galan, mentre per il leader della Lega Nord Piemonte fu un successo più forte, in quanto la poltrona della presidenza, con sede a palazzo Lascaris, fu strappata al Centrosinistra, rappresentato dalla Presidente uscente Mercedes Bresso.

Fu confermata la stessa tendenza emersa alle elezioni politiche del 2008: il voto leghista era il frutto di diversi voti provenienti dal ceto operaio del Nord, che includeva lavoratori con la tessera della CGIL in tasca, ma delusi dai partiti di sinistra, e da gruppi sociali del Centrodestra, che raccoglievano artigiani e commercianti incolti o poco acculturati. In seguito la Lega Nord rimase criticamente fedele a Berlusconi nonostante le ripetute inchieste della magistratura a suo carico e le scissioni avvenute all’interno della CdL.

Le elezioni amministrative della primavera 2011 videro invece il tracollo del Popolo della Libertà, ma soprattutto quello della Lega Nord.

Il risultato più inatteso fu la sconfitta di Letizia Moratti, sindaca uscente di Milano, contro Giuliano Pisapia, esponente del Centrosinistra: dopo diciassette anni la città di Sant’Ambrogio passava ad un’amministrazione di sinistra.

La Lega perse anche il sindaco di Monza, sede dei dicasteri delocalizzati voluti dal Governo. Il partito perse molti voti ovunque si fosse presentato. Fu sintomatico il fatto che Attilio Fontana, sindaco uscente di Varese, avesse vinto solamente al ballottaggio, in una città dove in precedenza, fin dal 1993, aveva sempre votato per sindaci leghisti o di Centrodestra al primo turno con percentuali molto alte.

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