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1.8 – Il Movimento 5 Stelle




1.8 – Il Movimento 5 Stelle

Tutti a casa!». Con questo slogan e in questo quadro politico prese il volo una nuova formazione politica: il Movimento 5 Stelle** ideata dall’ex comico Beppe Grillo e da GianRoberto Casaleggio.

L’avventura politica del movimento era già iniziata nel 2005, con la creazione del blog “beppegrillo.it”. La Rete e il blog divennero poco per volta il punto di riferimento del movimento e lo strumento per consolidare online e poi offline, soprattutto a livello locale, i rapporti tra gli attivisti.

Nel 2007, con l’organizzazione dei primi “Vaffa-Day”, durante i quali Grillo lanciava i suoi strali contro la classe politica, e la creazione delle Liste civiche certificate, il movimento passò dalla Rete alla Piazza, tentando i primi esperimenti di partecipazione alle elezioni locali.

Seguì, il 4 ottobre 2009, la vera e propria fondazione del Movimento 5 Stelle, che riportò crescenti successi elettorali nelle regionali del 2010, nelle amministrative del 2011 e del 2012 e, ancora, nelle regionali siciliane dell’ottobre 2012, nelle quali il M5S divenne il primo partito dell’isola. Attraverso queste esperienze, il Movimento assunse una fisionomia complessa:

– sia dal punto di vista del progetto politico, in continua oscillazione tra l’esaltazione di un modello di democrazia diretta e partecipativa dal basso, resa possibile dalle potenzialità della Rete e dall’emergere di forti pulsioni leaderistiche e populistiche,

– sia dal punto di vista della composizione politica, caratterizzata da un nucleo originario di Centrosinistra e di Sinistra libertaria, a cui si aggiunsero poi elettori e attivisti provenienti anche dal Centrodestra e dall’area del non voto.

Il pensiero di Beppe Grillo, guru del Movimento, manifestato sul suo blog o da comunicati politici (CP) da lui redatti, era ascrivibile all’universo populista, che i marxisti-leninisti erano da sempre adusi a bollarlo come plebeo, perché incapace di risalire alle vere cause delle crisi, ma si soffermava solo sugli effetti.

Sommariamente ecco la Summa del comico:

Grillo considerava lo schema contrapposto sinistra-destra esaurito. Per lui, le due categorie “non esistono più” e celavano convergenze e divergenze ben più significative, misurabili tramite le prese di posizione concrete sui problemi che contavano.

Sinistra e Destra erano paraventi che servivano a tenere in caldo doti ereditate di consensi, e a dividere artificialmente l’opinione pubblica che, se sottratta a questo inganno bipolare, sarebbe confluita naturalmente verso le buone soluzioni.

Il tempo delle ideologie è finito. Il Movimento 5 Stelle non è fascista, non è di destra, né di sinistra. […] Nel merito delle votazioni nei Comuni e nelle Regioni, il M5S ha votato finora le proposte considerate attinenti al suo programma, chiunque le avesse fatte. E questo è ciò che farà in Parlamento.

Il M5S si è alleato e si alleerà con i movimenti di cui condivide gli obiettivi. […] Le porte per i partiti, anche per quelli riverginati, sono invece chiuse, serrate per sempre.5 Il Movimento 5 Stelle non è di sinistra (e neppure di destra). È un movimento di italiani. Non vuole fare “percorsi insieme” a chi ha rovinato l’Italia.

Pesi a bordo non ne vogliamo. PD, SEL o PdL, questi o quelli, per me pari sono.6 Il M5S non è di destra, né di sinistra, è dalla parte dei cittadini. Fieramente populista. Se una legge è buona la vota, se è cattiva non la vota, chiunque la proponga e chiunque voti le sue proposte di legge è benvenuto7


.......................................................Non è vero che gli italiani non vogliono più fare “certi lavori”, ma quali sono questi lavori? […] I flussi migratori vanno gestiti all’origine.14 Io devo essere il capo politico di un movimento, però io voglio solo dirvi che il mio ruolo è quello di garante, di essere a garanzia di controllare, vedere chi entra.15 Il Movimento 5 Stelle è un’idea, non un’ideologia. E un’idea può essere applicata da tutti, anche dal 100% dei cittadini. Questo è l’obiettivo. Uno Stato senza partiti governato dai cittadini direttamente, per un tempo limitato e come servizio civile. 16

Tutti questi elementi portarono ad interpretare il successo dei discorsi di Beppe Grillo come una delle punte più alte dell’espansione della mentalità populista nella politica italiana (estrema Sinistra, sindacati, giustizialisti, estrema Destra).

Per loro natura, i fenomeni populisti sono infatti costantemente esposti a rischi di crisi. Non possono istituzionalizzarsi per non apparire omologati, dipendono dagli umori del pubblico e dalle circostanze che li alimentano, sono legati allo “stato di grazia” del leader ed esposti alle tensioni che possono crearsi al loro interno, ma possono sfruttare il fallimento delle classi dirigenti esistenti.

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