Il complesso militare industriale delle grandi potenze europee durante la I Guerra Mondiale
Comincia da questo numero di PL! la collaborazione con la Rivista quadrimestrale di divulgazione storica e-storia (direttore generale Paolo Ardizzone)
L’espressione “complesso militare industriale” fu coniata dal presidente americano Eisenhower il 17 gennaio 1961 per indicare l’insieme delle industrie fornitrici di armamenti e servizi alle Forze Armate Americane capaci di influenzare le decisioni del Congresso data la rilevanza economica dei loro contratti di fornitura pluriennali.
Allo scoppio della prima guerra mondiale nell’agosto del 1914 tutti gli stati maggiori delle potenze belligeranti e l’opinione pubblica erano convinti che la guerra sarebbe finita per il Natale di quello stesso anno (erano fermi alle guerre napoleoniche: fanti in linea e cavalleria avvolgente).
Il filo spinato steso a file parallele a difesa delle trincee rappresentò un ostacolo insormontabile per le fanterie. Vi erano varchi obbligati che impegnavano l’attaccante ad uno zig-zag. Bastava una mitragliatrice a difendere un fronte di 500 mt.
Il filo spinato steso a file parallele a difesa delle trincee rappresentò un ostacolo insormontabile per le fanterie. Vi erano varchi obbligati che impegnavano l’attaccante ad uno zig-zag. Bastava una mitragliatrice a difendere un fronte di 500 mt.
[endif]--I tedeschi pensavano che con il piano Shlieffen (un rigoroso piano di guerra che sembrava scritto come un orario ferroviario) avrebbero conquistato Parigi in 6 settimane (ignoravano la possibilità di sabotaggio delle ferrovie messo in opera da 6.000 civili belgi che pagarono con la vita) e poi avrebbero pensato ai Russi.
I generali russi, i più determinati alla guerra per fare dimenticare la sconfitta con il Giappone del 1906, ritenevano che con una manovra a tenaglia avrebbero fatto un solo boccone della Prussia Orientale: un mese per prendere la Galizia all’Austria per poi marciare su Berlino e Budapest.
I Francesi e gli Inglesi confidavano che la Germania accerchiata per terra e per mare non avrebbe potuto combattere su due fronti mentre l’Austria-Ungheria confidava di dare una lezione alla Russia nell’arco di un mese e poi liquidare la Serbia.
A Natale 2014 gli eserciti si erano trincerati dietro migliaia di kilometri di filo spinato. La Russia aveva perso 1.750.000 uomini (morti, feriti, prigionieri), la Germania 840.000, l’Austria Ungheria 1.250.000, la Francia 1.180.000 e la Gran Bretagna 101.000.
Così, tutti gli Stati maggiori, la classe politica e l’opinione pubblica degli stati belligeranti si convinsero che la guerra sarebbe durata anni e che le nazioni erano impreparate a fronteggiare questo nuovo tipo di guerra totale, vorace di armamenti che l’industria non poteva produrre in così breve tempo e, ancora peggio, che l’agricoltura per penuria di manodopera sarebbe stata incapace di nutrire sia i soldati sia i civili.
Gran Bretagna
L’8 Agosto 1914 la Camera dei Comuni approvava senza dibattito il "Defence of Realm Act" (DORA) con cui si attribuivano al governo i poteri per sopprimere la stampa (critica), imprigionare senza processo e disporre delle risorse economiche per lo sforzo bellico. La Gran Bretagna, dotata di una flotta superiore alla Germania imponeva il blocco commerciale alle potenze centrali e contemporaneamente poteva rifornirsi di tutti i beni alimentari e le materie prime dai territori dell’impero, e dagli Stati Uniti
Poiché i sommergibili tedeschi siluravano le navi dirette in Gran Bretagna e Francia gli inglesi inventarono sia il sonar per localizzarli sia le bombe di profondità per distruggerli. Il corpo di spedizione inglese trincerato lungo la frontiera con il Belgio era ben equipaggiato, ma a maggio 1915 i loro cannoni avevano solo 4 proiettili al giorno ed in patria si avvertì che la Guerra rischiava di essere persa nelle fabbriche Inglesi. Inoltre, la qualità dei proiettili era scarsa (molte non esplodevano) e questo generò uno scandalo che portò alla caduta del governo liberale Asquith e alla nascita di un nuovo governo di coalizione con Lloyd George capo del nuovo Ministero delle Munizioni.
Con il war munitions act, erano sospesi i diritti di sciopero dei lavoratori impiegati nelle fabbriche di munizioni. Si quadruplicò la produzione e si indirizzò l’economia civile verso un’economia di guerra. 1.600.000 donne trovarono lavoro tra il 1914 ed il 1918 nelle fabbriche, nei trasporti pubblici, nei negozi, nelle fattorie agricole. 900.000 donne erano impiegate nelle pericolose fabbriche per munizioni dal 1915 sotto diretto controllo governativo. Nel 1917 la Gran Bretagna produceva 50 milioni di proiettili e alla fine della Guerra il solo esercito inglese ne aveva sparato 170 milioni. La GB fu la prima nazione a produrre carri armati che si rivelarono all’inizio inaffidabili per la difficile guida, per la bassa velocità, per la facilità di impantanarsi e per il peso eccessivo. Ma gli aerei di caccia inglesi dal 1918 furono i migliori. Dapprima gli aerei erano ricognitori, poi migliorati divennero caccia e poi anche bombardieri con obiettivi (fabbriche di munizioni) situati distanti dal fronte ed all’interno del territorio nemico. Purtroppo anche obiettivi civili divennero sensibili e questo non era pensabile all’inizio del conflitto. Grandissimi progressi tecnici in 4 anni erano stati conseguiti con motori più potenti e leggeri, con strutture più solide sostituendo parti in legno e tela con alluminio, e con l’approfondimento teorico dell’aerodinamica.
Produzioni di aerei: totale 1914-1918
Il governo intervenne nel controllo degli affitti (1915),nell’ arruolamento (1916),nel controllo dei prezzi (1917), nel razionamento (1918). La vittoria ed il sacrificio del popolo britannico reclamava un “dividendo politico”: voto universale ai maschi ed alle donne sopra i 30 anni. La coalizione di destra vincente alle elezioni del dicembre aveva promesso di creare una “un Paese all’altezza dei suoi eroi”e vide declinare il partito liberale e l’ascesa del partito laborista con il 21% dei voti.
Francia (Union sacrée)
Aumentando il periodo di leva a 3 anni la Francia si era preparata alla “revanche” contro la Germania già nel 1913. Preso come base 100 nel 1913, l’indice della produzione industriale scese a 57 nel 1919, quello delle costruzioni a 16, della metallurgia a 29, delle industrie estrattive a 44, delle industrie meccaniche a 58, del tessile a 60. La Francia nel 1914 con l’occupazione di 13 dipartimenti da parte della Germania aveva perso l’81% di ghisa, ed il 63% dell’acciaio e dovette ricorrere ad importazioni massicce di questi prodotti((U.S.A) per alimentare la sua industria degli armamenti e dei trasporti. Nel 1915, 500.000 soldati, in quanto operai specializzati, furono richiamati dal fronte (e scamparono ai massacri) per lavorare nelle fabbriche ed altrettante donne furono incentivate a occuparsi nelle fabbriche di munizioni “obusettes”. Benchè la retorica patriottica marchiasse gli uomini adulti impiegati nelle fabbriche come degli “imboscati” in contrapposizione agli “ uomini/ eroi che combattevano in prima linea, costoro avevano successo solo se regolarmente riforniti di cibo e munizioni con i mezzi di trasporto prodotti nelle retrovie. I profitti delle industrie impegnate nello sforzo bellico raddoppiarono sia per l’ampiezza dei contratti firmati con il ministero della Guerra, sia per i prezzi elevati praticati da queste società, che l’esercito accettava per incitarle a produrre in fretta e per finanziare i loro investimenti. Insieme ai costruttori di armamenti ( cannoni, fucili, munizioni) l’industria automobilistica ed aereonautica ( allora nascente) fu la maggior beneficiaria di questo sviluppo e queste ultime sarebbero state le industrie di maggior successo e sviluppo negli anni ’20.
Nel 1916 Berliet (creata nel 1901) produceva ogni giorno quaranta CBA, un modello di camion di 5 ton. che alimentò il fronte durante la battaglia di Verdun. Nel 1917 il fatturato era aumentato di 4 volte rispetto al 1914.
Louis Renault che aveva costruito la sua prima automobile nel 1898 e dei camion nel 1906 fabbricò durante la guerra 9.200 camion, oltre a trattori per artiglieria, obici, motori d’aereo e aerei di ricognizione.
foto.Colonnello Patton accanto ad un carro FT17.
1917 Renault produce il primo carro armato di successo francese il FT 17 (18 al mese, ne venderà anche agli americani) dotato di un cannone o mitragliatrice su torretta girevole con due soli uomini di equipaggio. Il carro armato cambierà il ruolo della fanteria sui campi di battaglia.
Il fatturato Renault passò da 88 milioni di franchi nel 1914 a 378 milioni nel 1918.
Produzione totale di carri armati
Altri paesi hanno avuto produzioni insignificanti di carri.
Louis Breguet che aveva fondato la sua società nel 1909 effettuò un primo volo a bordo del suo Breguet XIV nel novembre del 1916 ritenuto valido sia per la ricognizione sia per il
bombardamento. Costruito in alluminio era il più veloce dei biplaces .Durante la guerra 5.500 Breguet XIV furono costruiti di cui oltre 500 consegnati agli Stati Uniti.
Germania. Un Paese che si sentiva aggredito( dalla Russia).
La Germania mobilitò in breve tempo 5.250.000soldati, ben armati e ben addestrati e dovette da subito combattere su due fronti. Il II Reich per il blocco navale effettuato dalla più potente Marina Britannica si trovò impossibilitato ad importare materie prime per l’industria e per l’agricoltura (fertilizzanti) e le munizioni ed i generi alimentari cominciarono già a scarseggiare a Novembre. Un comitato coordinato da W. Rathenau ( industriale ebreo nel settore elettrico) delimitò il campo d’azione ed il fabbisogno di materie prime dell’industria siderurgica-meccanica, chimica. Il carbone ed il ferro abbondante in patria doveva esser trasportato nelle città ed occorreva un efficiente servizio ferroviario. Le industrie siderurgiche erano anche produttrici di munizioni,obici,cannoni,navi, sommergibili. Krupp, Thyssen, Mannesman, RheinMetall ecc. furono le protagoniste, ma i profitti ottenuti dovevano compensare sia la perdita delle filiali estere nazionalizzate, sia i mancati guadagni derivanti dall’impossibilità di esportare. La scienza aiutò l’industria in tutte le aree di produzione: seta artificiale,gomma sintetica ecc. In assenza di cotone i vestiti e gli zaini per l’esercito furono prodotti da polpa di legno o sostituti. L’industria chimica produsse per sintesi nitriti, camphor, per munizioni ed esplosivi oltre a vari tipi di gas asfissianti. Si diede grande impulso alla industria aereonautica ( per lungo tempo i caccia prodotti dalla Fokker, non ebbero rivali avendo installato il “sincronizzatore” : un meccanismo che permetteva di sparare tra le pale dell’elica) ed alla produzione di autocarri. Per far fronte alla scarsità di manodopera nelle fabbriche si ricorse alle donne (700.000 donne lavoravano nelle fabbriche di munizioni) ed a operai belgi e francesi nonchè ai prigionieri russi disposti a collaborare (per sopravvivere).
Fritz Haber genio-ebreo-nazionalista affermò:
“produrrò pane dall’aria per sfamare il mondo”. La sintesi dell’azoto dall’aria permise la produzione di fertilizzanti ma anche di esplosivi .
Fu anche il Padre del chemical warfare. Tutti usarono gas ,ma il suo uso fu giudicato inaffidabile perché dipendeva dalla velocità,direzione,intensità del vento. La Germania usò gas più nocivi, gli alleati maschere più efficienti. Il suo effetto fu soprattutto psicologico perché le perdite totali non furono superiori a 100.000. Il caporale Hitler avvolto in una nube di gas nelle trincee tedesche in Belgio rischiò la cecità.
Morì nel 1934 costretto all’esilio da Hitler.
Anche per produrre generi alimentari la Germania si rivolse alla scienza.
La margarina (un olio edibile) come sostituto del burro fu inventata allora, pure il miele artificiale, il caffè,ecc. Nel 1915 si autorizzò a produrre ( pane di guerra Krieg-brot) che conteneva una proporzione di “ersatz” farina di grano mista con patate e poi con rape. Poi furono introdotte le tessere annonarie, ma la produzione agricola diminuiva, per carenza di uomini mandati al fronte, di fertilizzanti, di cavalli (requisiti). ”L’inverno delle rape del 1916” le uniche a sopravvivere alle rigide temperature “ rimase nella memoria dei tedeschi come il periodo più miserabile della guerra.” Alla fine dell’anno fu stilato “l’Hindeburg programme” che fu anche chiamato "socialismo di guerra". Fu data priorità agli armamenti: aumento del 100% della produzione di armi leggere e del 300% delle mitragliatrici e proiettili di artiglieria.
La produzione di polvere da sparo passò da 6.000 ton/mese del 1916 a 12.000 ton/mese quanto la sola Gran Bretagna, ma gli Stati Uniti Uniti ne producevano 5 volte di più. La requisizione dei treni merci per uso militare fece mancare carbone e generi di prima necessità nelle città ed alle piccole officine che chiusero. Tutti i maschi dai 17 ai 60 furono reclutati al servizio civile, e le donne incoraggiate a ogni tipo di lavoro. Ad ottobre 1918 la produzione industriale ed agricola era giunta al collasso ( la farina di frumento per il pane era stata sostituita da segatura) e la Germania doveva chiedere l’armistizio.
Austria –Ungheria: la fine della monarchia duale e di un mosaico di popoli
Su 100 soldati reclutati nell’esercito austro-ungarico 25 erano tedeschi, 18 ungheresi, 13 cecki, 9 croati, 10 polacchi, 8 ruteni, 4 slovacchi e 3 sloveni, 3 italiani, e rispecchiava la composizione della popolazione dell’impero.
L’Austria-Ungheria era la nazione meno preparata alla guerra nel 1914. Le disastrose sconfitte subite da parte dei Russi nel 1914, infersero un colpo mortale a tutto l’esercito e la vittoriosa controffensiva, ottenuta con il sacrificio delle truppe migliori, mise a nudo la carenza di uomini ed armamenti. L’Austria Ungheria aveva una popolazione di 50 milioni. Mentre i Russi, Italiani, Serbi avevano una popolazione complessiva di 200 milioni. Inoltre l’Austria-Ungheria non aveva la capacità industriale dei suoi nemici. Nel 1916 produsse 3.650 pezzi di artiglieria, (Skoda) e 6.300 mitragliatrici, mentre la Russia produsse 8.248 pezzi di artiglieria e 11.072 mitragliatrici. Nel 1917 Austria Ungheria produsse 1.272 aerei (l’Italia 3.861) che nel 1918 aumentarono a 1989 (l’Italia 6.488). Sul fronte Italiano le perdite degli Austriaci (meglio posizionati sui rilievi alpini e carsici) furono circa la metà di quelle subite dagli italiani nelle 11 battaglie dell’Isonzo. A Vienna gli stipendi furono dimezzati già nel 1916 e dimezzati ancora nel 1917 e nel 1918 il sussidio alle famiglie con un familiare al fronte permetteva l’acquisto di due pagnotte di pane al giorno.
Manfred von Richtofen: asso degli assi dell’aviazione tedesca con 80 vittorie. Fu abbattuto il 21 aprile 1918 dalla contraerea canadese e fu sepolto dagli inglesi con gli onori militari. L’iperinflazione nel 1918 era del 400% rispetto al 1914. Nonostante alcune defezioni, generalmente l’esercito affamato tenne fino alla sconfitta sul Piave nell’ottobre 1918 quando si dissolse dopo che si stavano già costituendo i nuovi stati. Il 6 ottobre 1918 Serbi, Croati e Sloveni avevano il nuovo stato: Yugoslavia. A breve furono seguiti dai Polacchi, poi dai Cechi e Slovacchi ed infine il 1 Novembre l’Ungheria pose fine alla monarchia duale. Il 4 Novembre cessavano le ostilità.
Russia
L'esercito russo fu il primo ad entrare in guerra nel 1914 e subì sconfitte catastrofiche nella Prussia Orientale, ma riuscì a scacciare gli austriaci dalla Galizia posizionandosi poi nel saliente polacco e nel 1915 per non rischiare l’accerchiamento dovette ritirasi dalla Polonia abbandonando le fortezze di Novo Georgivsk, Ivangorod con ingentissime riserve di armi e munizioni (di cui le truppe al fronte erano sprovviste). A fine 1915 l’Obstfront si estendeva da Riga alla Romania per 2.000 km. Furono mobilitati 5.000.000 di uomini ,ma vi erano solo 1.000.000 di fucili. Parte della sua fanteria (circa un terzo in alcune unità) andò in combattimento a mani nude con l’ordine di raccogliere le armi dai loro compagni caduti. E così anche per le unità di artiglieria. L’industria degli armamenti nel 1917 produceva quanto la Francia avendo decuplicato la produzione di fucili, polvere da sparo e cannoni. Fu dato grande impulso alla produzione di camion, aerei( ne erano quasi sprovvisti nel 1914) ed alle telecomunicazioni. Ma sia i centri di produzione delle armi e munizioni sia i porti di rifornimento degli alleati (Arcangelo e Murmansk e Vladivostok) erano distanti alcune migliaia di kilometri dal fronte ed il sistema ferroviario russo era arretrato, scarso ed inefficiente. Essendo il paese già pesantemente indebitato trovò difficoltà a finanziare le forniture di materiale bellico principalmente dagli Stati Uniti. La relativa calma sul fronte occidentale nel 1915 permise forniture britanniche e francesi per più di 150 cannoni, 500 mortai da trincea, 2.000.000 di bombe a mano, 75.000.000 di cartucce di fucile, kg. 2.500.000 di esplosivi, e 50 aerei, così come auto blindate, filo spinato, e altre forniture attraverso il porto di Arcangelo.In Russia l’inflazione era cresciuto tre volte più velocemente dei salari dalla fine del 1916. La Russia, che era un netto esportatore di frumento prima del 1914 si ritrovò alla fame quando i contadini non consegnarono il grano per il basso prezzo imposto dal governo A metà 1917 il Paese e l’esercito collassava ed i bolscevichi al potere firmarono il 3 Marzo 1918 il trattato di pace Brest-Livotsk.
Bibliografia.
The First World War di John Keegan ( London: Hutchinson)
The Eastern Front 1914-1915 di Norman Stone ( Pinguin Global 1975)
Austria in dissolution di Burian Count Stephan ( Ernest Benn limited 1925)
Entre génie et génocide di Daniel Charles ( Vintage Digital 2011)
Nel prossimo numero: Il complesso militare industriale nella prima guerra mondiale in Italia
Per approfondimenti si rimanda al sito www.e-storia.it
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