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Gli uomini al fronte, le donne al potere. Männer an die Front, Frauen an die Macht

Le donne durante la prima guerra Mondiale

Durante la grande guerra 1914-1918 le donne devono occuparsi delle loro famiglie (figli ed anziani) da sole. Manca il cibo sia a causa dei cattivi raccolti, sia perché esso deve essere inviato al fronte. Le donne–capofamiglia devono far fronte al razionamento alimentare e passare molto tempo in fila in attesa della distribuzione del cibo razionato e devono rifornirsi di combustibile per il riscaldamento. Esse vivono nell’ansia di perdere un caro: marito, figlio, fidanzato, parente. La fine della guerra lascia 630.000 vedove in Francia (in Germania, Russia, Austria Ungheria molto di più) ed esse dovranno garantire la sopravvivenza del focolare ed una ricostruzione morale. Nell’Europa belligerante la classe media non può più permettersi una domestica. Le “Signore, Ladies, Mesdames, Frauen” dovranno pensare da sole alla gestione della casa e delle famiglie, mentre 3 milioni di domestiche perdono il lavoro e si occupano nelle fabbriche ed in altre attività dove acquisiscono una coscienza delle loro possibilità di indipendenza economica e reclameranno pari diritti con i maschi. Terminata la guerra esse non tornarono al loro antico mestiere.

Il lavoro femminile nell’industria bellica

All’incirca il 20% delle donne nel 1914 lavorano già nell’industria (particolarmente tessile) e nel commercio ed inoltre in settori tradizionali quali la scuola, assistenza sanitaria, amministrazione pubblica, ma con la carenza di uomini spediti al fronte e per bisogno economico esse sono obbligate a cercarsi un lavoro. Solo in Francia quattrocentomila ‘munitionettes’ giunte da ogni angolo: parrucchiere, domestiche, artiste disoccupate, ragazze senza lavoro entrano in fabbrica attirate dagli alti salari ma del tutto impreparate e produrranno, munizioni: obici, granate, cartucce. Gli industriali affidano alle donne dei compiti limitati ed organizzano la produzione in serie (che non richiede specializzazioni). Si scoprono le qualità femminili: attitudine ai lavori monotoni, pazienza ed abilità. Il salario delle “munitionettes” (le meglio pagate) all’inizio delle ostilità era il 20% di quello maschile e salirà all’80% alla fine della guerra e permetterà a qualche buontempone del “ Cafè de la Bourse” di dire che era nell’ interesse di queste operaie che la guerra non finisse mai. Tuttavia generalmente in tutti i lavori a parità di mansioni lo stipendio massimo di una operaia coincide con lo stipendio minimo di un operaio.


In Gran Bretagna le donne occupate nel 1914 passano da 3,2 milioni a 5 milioni nel 1918. 700.000 donne si impiegano nelle pericolose fabbriche di munizioni (tre turni di 8 ore per le donne, turno da 12 ore per gli uomini) ed altre 700.000 donne in uffici pubblici e privati. 250.000 donne vanno a lavorare in agricoltura. La leva obbligatoria per adulti maschi del 1916 richiama nelle fabbriche le donne inattive. La guerra costringe le donne a sostituire gli uomini in alcune loro tradizionali attività. La loro abilità nell’eseguire queste mansioni cancella alcuni pregiudizi riguardo al lavoro femminile. I movimenti femministi pretendono ed ottengono il sostegno dei sindacati per equiparare il lavoro femminile a quello maschile “ equal pay for equal work” ed alla fine della guerra le leaders femministe Emeline e Sylvia Pankhurst otterranno il diritto di voto per 8,4 milioni di donne. In Italia le donne dovranno aspettare il 1948.

Dal 1915 con il piano di riarmo di LLoyd George decine di fabbriche per munizioni si insediano in tutto il Regno Unito e producono l’ 80% delle bombe fornite all’esercito. Le donne che maneggiano TNT (miscela chimica trinitrotoluene usato come esplosivo) senza protezioni (subiranno danni ai polmoni ed alla pelle:400 morti) sono chiamate “ canary girls” per il colore della loro pelle e talvolta hanno i capelli verdi. Inoltre le fabbriche di munizioni si rivelano molto pericolose sia per i dispositivi di sicurezza che si rivelarono approssimativi, sia per l’intrinseca pericolosità (instabilità del TNT) e si verificano delle disastrose esplosioni in alcune fabbriche. A Chilwell si contano 154 morti e 400 feriti a Silvertown 73 morti e 350 feriti con interi quartieri distrutti. Ma l’opinione pubblica è tenuta all’oscuro per timore di sabotaggi.



Casalinga economa, infermiera, madre timorata di Dio (Küche, Kinder, Kirche): queste sono le icone della donna tedesca ad inizio ‘900. Il fronte interno è un fenomeno gestito principalmente dalle donne, che sopportano grandi privazioni. Tuttavia i sacrifici sofferti dalle varie classi sociali sono ben diversi. Le donne della classe operaia devono affrontare condizioni di vita molto più dure. Esse sono di solito prive di mezzi di sostentamento e la partenza del marito (la fonte principale e talvolta unica di ricchezza) precipita queste donne nella miseria. I generosi sussidi pubblici forniti dal governo alle mogli dei soldati ben presto sono divorati dalla inflazione e milioni di donne si trovano sull’orlo della disperazione. Per sfuggire alla miseria molte donne si impiegano nell’industria bellica (armi e munizioni). Durante il periodo bellico l’occupazione femminile aumenta del 17% di poco superiore al periodo prebellico. Ma si verifica una grande mobilità: le donne abbandonano in massa le industrie tessili ed alimentari e il lavoro domestico per riversarsi nell’industria bellica per il miglior salario offerto. Anche in Germania si verificano esplosioni nelle fabbriche di munizioni che causano 40 morti a Fuerth e 30 a Colonia nel 1917. In queste fabbriche in cui sono occupate 700.000 donne il lavoro é duro (55 ore /settimana) anche se le fabbriche forniscono assistenza gratuita ai loro figli ospitandoli negli asili infantili creati per l’occorrenza. Benchè molte donne siano consapevoli che al termine della guerra lasceranno il posto agli uomini esse in queste periodo aderiscono in massa ai sindacati (25% degli iscritti) e sono la premessa per ottenere il diritto di voto nel 1919. Le donne della piccola borghesia trovano occupazione principalmente nelle aziende private e pubbliche (impiegate contabili con funzioni di supervisione e controllo ) e nella tradizionale occupazione: infermiere. Le donne dell’alta borghesia –nobiltà devono ridurre parte della servitù ed accettare alcune privazioni, ma la quantità di denaro a loro disposizione permette in ogni caso di rifornirsi al mercato nero. Esse come da tradizioni in Germania si dedicano alle opere caritative per orfani ed invalidi di guerra, ed organizzano la distribuzione di pasti caldi ai poveri. La guerra costringe varie organizzazioni femminili cattoliche, protestanti, ebree, femministe, nazionaliste ad allearsi e fondersi a cooperare per prestare migliori servizi.

Queste donne ricevono un piccolo compenso, però sono al vertice delle loro organizzazioni semi pubbliche che hanno accesso a finanziamenti statali. Per questo altri uomini ne supervisionano l’attività e questo genera vari attriti. La guerra determina anche un mutamento dei costumi tra i sessi. Nel 1914 si registra un incremento dei matrimoni dovuti in parte ad impulso affettivo ed in parte per permettere alla moglie di poter usufruire dei sussidi governativi. Ma negli anni seguenti i matrimoni diminuiscono del 50% e pure le nascite sia legittime si illegittime.



Les filles de la joie”.Ma la guerra non poteva sospendere i rapporti sessuali. L’aggressività maschile di milioni di uomini soli al fronte doveva essere depotenziata. Tutti gli stati maggiori delle potenze belligeranti permisero la costituzione di bordelli (100.000 prostitute vi trovarono impiego, dimenticando quelle che esercitavano la professione privatamente per sfuggire alla miseria) che si insediarono lungo i due lati del fronte. La prostituzione era un tabù e nell’opinione pubblica vi erano pareri contrastanti: alcuni erano contrari perché il combattente poteva essere scalfito nei suoi valori morali, altri sostenevano che avrebbe contribuito a tenere alto il morale dei” morituri” . Curiosamente era ritenuto normale che gli uomini sposati, per la loro abitudine ad avere rapporti sessuali, frequentassero tali posti, che invece erano giudicati indecenti per i “single”. Durante la guerra per la mobilità del fronte diversi bordelli (lampada blu per la truppa e lampada rossa per gli ufficiali), (veri covi di spie aduse al doppio, triplo gioco) passarono varie volte di mano, ma le prostitute non subirono mai angherie, anzi i bordelli riservati agli ufficiali tedeschi erano ambiti per il miglior livello di istruzione e per la bellezza delle “frauleininnen”. Gli ufficiali Inglesi lasciavano volentieri i loro “brothels” alla truppa per frequentare in massa quelli tedeschi passati sotto il loro controllo, nonostante questa istituzione non fosse prevista nell’esercito britannico a differenza di quello francese. Gli stati maggiori per impedire il diffondersi della malattie veneree (l’unico farmaco allora disponibile era il Salvarsan) intensificarono i controlli sanitari ed aumentarono le pene (sospensione del soldo al malato che non denunciava l’infezione), ma nonostante questo si calcola che il 30% dei soldati contrasse qualche forma di malattia venerea.


Il lavoro femminile nell’agricoltura. Prima della guerra le donne non si occupavano dei raccolti, ma al massimo dovevano badare ai lavori di stalla ( mungere le vacche, nutrire i cavalli , i maiali, ed gli animali da cortile). Agli uomini erano riservati tutti i lavori in cui si richiedeva forza fisica oppure un lungo apprendistato. In Francia e Germania esse devono badare alle loro proprietà potendo contare solo su stesse o su qualche fratellino o padre od anziano zio per evitare anche la confisca de fondo incolto. I loro mariti dal fronte impartiscono istruzioni per lettera “ come trattare e nutrire i buoi, i cavalli, e quando seminare.” Ovunque le donne imparano ad usare le macchine e gli utensili agricoli. Esse arano, seminano, erpicano, trebbiano, falciano e riempiono i fienili. In Borgogna , Dordogna, nella valle del Reno le donne potano la vite, irrorano di zolfo, raccolgono e torchiano l’uva ed il mosto va nei tini. La requisizione di buoi e dei cavalli rende il lavoro ancora più duro (specie in Germania dove la produzione agricola con la mancanza di fertilizzanti crolla ). Si verificano incidenti di lavoro con le mietitrebbie, (amputazione di arti), delle cadute,malattie contratte per affaticamento, aborti e nascite premature.


Le infermiere : ”Ai medici la ferita, alle infermiere (angeli bianchi) il ferito”. Alcune centinaia di migliaia di donne si impiegano come infermiere e non esitano a portare il loro aiuto ed assistenza ai soldati feriti. Molte volte i loro ospedali da campo sono posizionati non troppo distanti dal campo di battaglia. In effetti il trasporto dei feriti agli ospedali é lungo e pericoloso, così pure il rimpatrio. Il lavoro delle infermiere consiste nel somministrare ai soldati feriti degli analgesici, aiutarli nell’ igiene personale, assisterli in sala operatoria per gli interventi chirurgici, e curare le ferite post intervento (il maggior pericolo erano le infezioni e la cancrena degli arti). La riabilitazione dei feriti gravi avviene in patria in ospedali più accoglienti ed attrezzati mentre per le vittime di traumi psichici si spalanca il manicomio. Le infermiere aiutano i soldati a tenere i contatti con le loro famiglie: ne scrivono le lettere, si interessano ai pacchi regalo. La maggior parte delle infermiere prestano il loro lavoro gratuitamente ed sono inquadrate con divise della croce rossa. Sovente esse conducono le ambulanze e devono essere disponibili ad ogni momento. Accanto alle infermiere si erano costituite nei paesi belligeranti delle associazioni di donne che si occupavano delle fornitura gratuita di cibo .di vestiario e riscaldamento, alle vedove agli orfani di guerra, agli invalidi. In tutti i paesi belligeranti le donne diedero prova di grande patriottismo . Anche, se si verificarono scioperi in Gran Bretagna, In Francia ed in Italia per ottenere migliore salari e condizioni di lavoro.

Coco Chanel

La presa di coscienza femminista. La grande guerra accelera l’emancipazione della donna europea e rimuove le barriere culturali,economiche sociali, che avevano confinato le donne in alcune attività. Rimaste sole prendono il loro destino in mano ed sostituiscono per la prima volta l’uomo in diversi campi: economico,sociale ed in seno alla famiglia. Questi cambiamenti generano un cambiamento nei costumi delle donne: nel modo di vestire (gonne corte e capelli corti) nel comportamento sociale (la donna legge,gioca,fuma , fa dello sport, esce e viaggia sola), e nel rivendicare indipendenza di giudizio. Esse si rivelano in grado di competere con gli uomini in molti lavori e professioni. Da un altro punto di vista la guerra esaspera la differenza tra i sessi perché le donne conquistano i lavori più semplici e monotoni. Tuttavia all’indipendenza economica conquistata nelle fabbriche esse non rinunceranno mai più.

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