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Sala 41,7% vs Parisi 40,8%: Pari e patta. Il 19 giugno si decide ai tempi supplementari...


Aveva detto che "con Sala vincere a Milano sarebbe stato come tirare un calcio di rigore", quando sbagliare dipende solo da te. E la metafora calcistica del premier Matteo Renzi torna al mittente nel giorno in cui il centrosinistra fa i conti con i risultati delle elezioni che vedono l'uomo Expo scelto dal governo superare di soli 4.900 voti lo sfidante Stefano Parisi, in un testa a testa che si ferma a 41,7% contro 40,8: una differenza dello 0,9. Renzi guarda all'ex commissario con fiducia: "Sala è un ottimo candidato, credo che il ballottaggio sarà bello e Sala ha tutte le condizioni per farcela. Segnalo che sta al 41,7 non al 30-25%. È uno dei risultati migliori e non sono per niente deluso da Sala. Come governo collaboreremo con chiunque vinca, ma come segretario Pd segnalo ottimo primo turno".

Salvini: "Renzi ha sbagliato il calcio di rigore". A Milano la missione è stata di compattezza totale - dice -, la Lega ha fatto un passo indietro per il bene della coalizione, cosa che altrove altri non hanno fatto: ora l'obiettivo è vincere. I milanesi hanno parato il calcio di rigore di Renzi", però si è dimenticato di dire che Forza Italia ha sopravanzato la Lega e che l'abbraccio fascista rischia di essergli fatale. Solo la stupidità degli internazionalisti del PD, incapaci di capire il disagio degli operai e figli degli operai (gli a-culturati) di fronte alla crisi economica e la insicurezza di una popolazione anziana potrà aiutare la Lega.

"Uno a zero, palla al centro. E ricominciamo". Queste le prime parole di Sala che nella notte non aveva voluto parlare. "E' un ottimo punto di partenza per il ballottaggio, anche perché - sottolinea - abbiamo una grande possibilità di recupero. Abbiamo lavorato tanto sul programma, ripartiamo dalle idee".

"Giunta più snella, ridurremo i costi", promette Sala che elenca le priorità. Tre quelle "assolute - dice - per immaginare la Milano del 2030: sono lavoro, mobilità e ambiente, periferie". E sulle periferie occorre una seria riflessione sociologica.


Le sorprese. La coalizione che nel 2011 aveva conquistato tutta la città, in queste ultime elezioni perde cinque Municipalità su nove e cioè le ex Zone 2, 4, 5, 6 e soprattutto la 9, che da sempre, anche quando al governo della città c’era il centro destra, era stata una roccaforte della sinistra. Due presidenze vengono conquistate dalla Lega Nord: Samuele Piscina al Municipio 2 e Paolo Bassi al Municipio 4; due dagli Azzurri: Marco Bestetti al Municipio 7 e Giovanni Lardieri al Municipio 9; uno da Milano Popolare, il Municipio 5 con Alessandro Bramati. Il centro sinistra tiene in centro storico dove si riconferma il presidente uscente Fabio Arrigoni (Pd), nel Municipio 3 dove c’è l’unica donna presidente: Caterina Antola (Pd), nel Municipio 6 con Santo Minniti (Pd) e, infine, nel Municipio 8 dove anche qui c’è la riconferma di Simone Zambelli, candidato di Sinistra per Milano.

Majorino lo sfidante perdente nelle primarie del PD è premiato dal suo elettorato fedelissimo (erano agnostici sia per Sala sia per la Balzani) con una valanga di preferenze, e risulta il più votato, afferma:

"Ci sono molti cittadini di sinistra, assai in gamba, seri, appassionati di Milano, che non hanno votato Sala (e sono molto indecisi su cosa fare) per dare una lezione a Renzi. Ma qua in gioco non c'è Renzi. Non c'è (e con noi non ci sarà MAI) Verdini. Non ci sono le correnti (e i loro riti da museo) del PD, non c'è (e con noi non ci sarà MAI) il Partito della Nazione. Qua c'è l'idea di dare un futuro alla nostra città".


La lista Sinistra X Milano che raccoglieva i voti dei delusi della Balzani, alle primarie contro Sala ottiene meno voti di quelli che aveva ottenuto alle primarie. L'elettorato PD è maturo e non ama i faziosi.



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