La Destra: cercasi leader e strategia...
Salvini intende marciare da solo contro tutti...
Contro Renzi, ma soprattutto contro Grillo: che gli sta sottraendo i voti del ri-sentimento popolare antipolitico. Per questo "lotta" contro Roma, Bruxelles e l'Europa. Ma anche contro Milano. Amministrata da Sala, cioè, da Renzi.
Milano, la città di Parisi. Leader di un centrodestra "normale". Troppo normale. Troppo simile e compatibile rispetto a Sala. Perché vent'anni dopo la marcia lungo il Po, il problema e l'obiettivo della Lega resta lo stesso. Anche se ridefinito. Perché Salvini ha nazionalizzato la Lega per "padanizzare" l'Italia. Per "forzare" gli equilibri politici in Italia e, prima, dentro Forza Italia, Salvini cerca, dunque, di conquistare la leadership del centrodestra post-berlusconiano. Senza "mediazioni" e mediatori. Per "non diventare schiavo di Berlusconi", come ha sostenuto apertamente a Pontida. Mira, così, a spostare il Centrodestra e la Destra più a destra. Una svolta possibile, ma rischiosa. Perché Marine Le Pen ha fatto diventare il Front National primo partito in Francia cercando di interpretare un populismo dal volto "più" normale. Meno aggressivo, comunque, rispetto al FN di Jean Marie padre, con il quale ha rotto ogni rapporto. Ma il ceto produttivo e moderato lo seguirà in questa avventura (come non lo ha seguito alle ultime elezioni comunali) ora che Renzi presta grande attenzione al Paese che lavora e produce...?
Domenica 18 settembre convention di Stefano Parisi: il delfino di Berlusconi designato suo erede
Il commento di Berlusconi: «Non so se dovevo aspettarmi qualcosa di diverso. Certo, da quello che ho visto mi è parsa un’adunata poco scintillante e un po’ troppo professorale», si è lasciato scappare con alcuni interlocutori. E quando molti forzisti gli hanno fatto notare che «Parisi l’ha citata pochissimo, quasi come se volesse tenersi a distanza dall’eredità berlusconiana», il diretto interessato ha quasi fatto finta di non sentire. «Forse è così. Di certo Stefano può far riavvicinare a noi un pezzo di società civile e di imprenditoria con cui Forza Italia non parla da un pezzo», ha risposto citando — tra gli altri — il presidente di FederAcciai Antonio Gozzi, salito sul palco alla convention dell’ex candidato sindaco di Milano.
Come nella più inossidabile tradizione del ventennio berlusconiano di governo, quindi, tra due scuole di pensiero l’ex premier sceglierà entrambe. Tra il «nuovo» rappresentato da Parisi e il «vecchio» difeso dai colonnelli forzisti, Berlusconi punterà — come dicono i suoi — a «tenere dentro tutto». Alcuni dei pezzi della società civile radunati dall’ex amministratore delegato di Fastweb saranno contattati per essere avvicinati o riavvicinati a Forza Italia. Senza che questo, e sul punto il numero uno forzista ha rassicurato Giovanni Toti la settimana scorsa, comporti l’automatico pensionamento in blocco della vecchia guardia. Dove si sta facendo chiarezza, e molta, è nel «gruppo ristretto» dei custodi dell’ortodossia berlusconiana che prima dell’estate hanno sostituito il «cerchio magico» degli ex fedelissimi (Marina e Confalonieri su tutti).
Ma a breve l'incubo è il referendum costituzionale, l'economia che non va, Renzi che erode consenso al centro, il patto del Nazareno infranto...