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Editoriale #71


AL VOTO, AL VOTO, AL VOTO! (una volta si urlava: GUERRA, GUERRA GUERRA!) Così, dopo la fantastica vittoria del NO al referendum urlano le masse di M5S, Lega Nord, Fratelli d'Italia. Si assapora la vittoria alle prossime elezioni ed il bottino sperato è grosso. L'assalto alla diligenza (casse) dello stato (vuote) richiede solo un ultimo sforzo e poi gloria e soldi per tutti.

Ora va bene a tutti anche la tanto vituperata legge elettorale "Italicum": maggioritario con ballottaggio.

Si accettano a occhi chiusi le modifiche richieste dalla Corte Costituzionale che si pronuncerà il 24 gennaio e poi al Voto. Berlusconi con quel che resta di Forza Italia (15% dell'elettorato) si apparta dalla canea ed offre al PD la sua disponibilità per una legge elettorale con il proporzionale puro. Sarebbe veramente comica se il PD dopo aver accettato la proposta di Berlusconi perdesse le elezioni e si sentisse dire dal medesimo "mi dispiace compagni, ma assieme abbiamo mancato la maggioranza per un soffio, per il bene dell'Italia e mio malgrado sono costretto ad un sostegno a M5S e Lega."

Paolo Gentiloni (precedente Ministro degli Esteri) ha formato il nuovo governo riconfermando quasi tutti i ministri precedenti. Ma al Parlamento il 12/14 dicembre ha già chiarito che il suo governo è a tempo: il che significa che dopo la pronuncia della Corte Costituzionale lavorerà per un accordo con i partiti per la nuova legge elettorale. Le opposizioni, Lega e M5S , disertano le Aule. Berlusconi dall'esterno promette collaborazione per la nuova legge elettorale. In politica economica ed estera tutto è congelato al minimo necessario.

24 Gennaio 2017 la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla legittimità dell'Italicum (era ora) solo dopo quella data inizierà il conto alla rovescia per la nuova legge elettorale e la data per le elezioni (maggio - giugno 2017)

Il PD può sempre sperare che le opposizioni ripetano lo stesso errore da lui fatto al referendum: superficialità ed istintività nelle decisioni (delirium imperandi). Pare che il popolo italiano sia meno superficiale di alcuni suoi dirigenti. Che abbia voluto dare una lezione? Il congresso per l'elezione del nuovo segretario sarà ad inizio Marzo. Da lì inizierà la rivincita o l'eclisse di Renzi?

Renzi dopo il catastrofico risultato al referendum si è dimesso il 7 dicembre: le sue parole " non pensavo che mi odiassero tanto..." hanno fatto il giro del mondo.

Ma il bilancio dei 1.000 giorni del governo Renzi è da fare sognare e fare invidia agli avversari:

Politica: ingresso nel PSE, taglio finanziamento ai partiti dal 2018

Diritti civili: divorzio breve, unioni civili, agevolazioni per il dopo di noi, lotta al caporalato e legge dimissioni in bianco

Fisco: tolto costo lavoro a tempo indeterminato da IRAP, ridotto tasse alle aziende, detassazione per neo assunti, alzato forfettario ad imprese ad autonomi, tolta tassa prima casa per inquilini ed proprietari, recupero evasione in modo stabile (circa 7 miliardi 2014,15 miliardi 2015, almeno 20 miliardi 2016, modello 730 on line, diminuizione canone RAI, ora paga anche chi evadeva.

Risparmi: eliminate auto blu, ridimensionate maxi ferie dei magistrati, eliminati gli stipendi ad organi provinciali, limite 240.000 euro a compensi dei pubblici dipendenti.

Lavoro e sociale: bonus neonati più raddoppio bonus madri e bonus asili, forte aumento NO TAX area per pensionati e dipendenti, € 80 ai dipendenti...

Politica estera: niente avventure in Libia, no a clausole vessatorie fiscal compact di Bruxelles, rifiuto di firmare il bilancio europeo senza contropartite per assistenza migranti (per la prima volta nella storia UE), equidistanza da Usa-Russia-Berlino-Parigi.

Bilancio economico: negativo perché il debito è aumentato di oltre 100 miliardi, positivo perché è aumentato il benessere delle famiglie.

In ogni caso è parzialmente fallito il tentativo di dirottare risorse dalla rendita allo sviluppo. Negativo perché ai pensionati (anziani ed esodati) e andato ancora fiume di denaro, 5 miliardi di euro, e nessuno ai giovani che sono quelli che soffrono di più la crisi. Disoccupazione ancora troppo alta nonostante il positivo JobsAct.

Perché dunque meravigliarsi se i giovani e i proletari non amano Renzi...?






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