L'Europa Cristiana durante la prima guerra mondiale
La Cattedrale di Reims alla fine del 1918
Verso la fine del XIX secolo si compie in Europa quel lungo processo di separazione( laicizzazione o secolarizzazione) tra stato e chiesa fondato sulle rispettive autonomie che era iniziato nel XVIII secolo con gli illuministi (la Encylopedie Universale di Diderot) e la rivoluzione Francese. I liberali, partito e pensiero politico, espressione del capitalismo industriale che nel XIX secolo si era affermato con successo in Europa, ed i socialisti tutori delle masse operaie concorrono allo sgretolamento dei poteri ed influenza della Chiesa nella Istruzione pubblica, nella assistenza sanitaria, e welfare, rivendicando la priorità della loro gestione allo Stato. L’Austria-Ungheria dal 1867 riconosce totale indipendenza dei culti dal potere politico, segue il Belgio con i governi liberali, e poi il Portogallo. La Francia nel 1905 vota la completa laicizzazione dello stato (completa neutralità dello stato e libertà di culto), con espulsione dell’insegnamento religioso dalle scuole pubbliche, e la confisca dei beni della Chiesa. In Italia il Papato spogliato del potere temporale dal 1870, proibisce ai cattolici di partecipare alla vita politica fino all’inizio del secolo, ed anche per questo motivo, liberali e socialisti anticlericali procedono nella laicizzazione dello stato. In Germania con i prussiani protestanti al potere, ma con la Baviera e la Renania cattolica si impone la parità di culto che passa tuttavia per una tassa liberamente pagata alla Chiesa. Alla fine del processo di laicizzazione si afferma una nuova religione: il nazionalismo, la patria.
Due grandi ideologie internazionali falliscono in questo frangente: il cristianesimo che è incapace di prevenire il conflitto (non si parla più di Cristo nè dei dogmi cristiani) ed il socialismo (i socialisti francesi aderiscono in massa all’Union Sacrée ed i socialdemocratici tedeschi votano i crediti di guerra) che aveva pronosticato la fratellanza proletaria universale.
Ma se questo processo di laicizzazione dello stato è portato avanti da un’ élite culturale e benestante, il sentimento religioso dei popoli europei è sempre vivo e rappresenta una forza sociale, culturale, spirituale con rapporti del tutto nuovo verso lo stato come per esempio la Democrazia Cristiana (movimento politico che muove i primi passi verso fine ‘800) che intende andare verso il popolo. Per questo motivo le Chiese possiedono una capacità di mobilitazione che faranno valere nella prima guerra mondiale. Ma come? Le Chiese tramite il loro clero, la loro organizzazione e ramificazione capillare (benedicono le truppe, svolgono operazioni umanitarie a favore dei feriti, mutilati e vedove ed orfani in tutti paesi belligeranti) sono a favore della guerra oppure seguendo l’insegnamento pacifista del Vangelo e del Papa - Bendetto XV - sono fautori ad oltranza della pace? E se sono pacifisti per vocazione come si comporteranno contro un aggressore?
Francia
1 agosto 1914, la Francia proclama la mobilitazione generale contro la Germania e questo provoca una grandissima emozione in tutto il Paese. Il giorno seguente , tutte le chiese sono piene di fedeli e gli uomini che si vedevano alla Messa solo talvolta si precipitano nei confessionali a confessarsi. Si va a cercare un conforto morale ed una protezione spirituale, prima di abbandonare la moglie ed i figli per un periodo di tempo che si pensa breve, ma non si sa. Inoltre la guerra significa anche morte e per questo si va a stipulare una assicurazione con l’al di là andando a confessarsi. Ma il legame religione patria non interessa per il momento ai praticanti saltuari della messa, questo avverrà più tardi dopo le prime settimane , con la vittoria della Marna che sarà definitita miracolosa data l’improvvisazione dell’esercito francese. Ma questo concetto ( il miracolo) non sarà evocato da nessuno con il massacro di Verdun (600.000 morti)due anni dopo.
L’Union Sacrée solennemente giurata da tutte le forze politiche costringe gli anticlericali a rivolgersi alle masse cattoliche e la Chiesa con il suo sostegno otterrà la revisione delle leggi anticlericali promulgate negli ultimi trenta anni. Dal 2 agosto il ministro dell’interno Louis Malvy, sospende l’applicazione delle leggi contro le congregazioni religiose del 1901 et 1904 che prevedeva l’espulsione di religiosi e religiose, ed il presidente Poincaré chiede ai Francesi di dimenticare le tensioni politiche e sociali perche la difesa della Patria deve unire tutti.
La mobilitazione richiama al fronte circa 30.000 tra preti, religiosi e seminaristi senza defezioni. Secondo la legge i sacerdoti che hanno fatto il servizio militare prima del 1905 saranno impiegati nel servizio di sanità ( circa la metà dei preti mobilitati richiamati). Essi sono barralleri( compito pericoloso e sfiancante) ed infermieri negli ospedali delle retrovie o nei posti di primo soccorso. I preti più giovani- quelli che hanno fatto il loro servizio militare dopo il 1905 sono inviati al fronte ma anche nei servizi di sanità al fronte. Tutti si guadagneranno la stima anche dei soldati britannici.
Il voce di Papa Benedetto XV che richiede una Pace senza vinti e vincitori rimane non solo inascoltato ma inaccettabile. Inoltre il Papa non accenna mai alle atrocità tedesche perpetrate in Belgio e non accenna al fatto che Francia e Belgio sono i paesi aggrediti Clemeceau chiamerà Benedtto XV «le Pape Boche» e Léon Bloy «Pilate XV».La constatazione che la morte poteva colpirti il giorno dopo , le carneficine senza senso a cui si partecipava, provoca in alcuni credenti la scoperta della fede in altri la perdita Dio diventa un parafulmine. Ma il fenomeno non è duraturo dopo la guerra le chiese sono smpre vuote eccetto durante la commemorazione dei morti e nell’aniversario della vittoria il 11 novembre.In ogni caso nei quattro anni di guerra terribili le Chiese hanno aiutato a tenere alto il morale dei soldati ed aiutato la società francese a volere la vittoria ed a continuare fino alla fineEstratto di sermone tenuto alla Maddeleine a Parigi 10 dic 1917 alla presenza di molti vescovi e di tutte le autorità civili dal Domenicano Antonin Sertillages portavoce della frangia più nazionalista del clero francese: «Santo Padre, Lei non può che essere pacifista, ma noi non possiamo al momento raccogliere il vostro appello alla pace. La pace francese non sarà la pace dei diplomatici, nè la pace di Stoccolma, nè la pace dei Soviet, nè la pace illusoria dei nostri socialisti, non sarà neppure la Sua- e ce ne dispiace di cuore - sarà la pace della guerra aspra e condotta fino alla fine, la pace della potenza (forza giusta che spezza la violenza, la pace del soldato)...»
Germania
Dimenticate le carneficine delle guerre di religione con la pace di Westalia nel 1648 i protestanti( nord Germania) e cattolici ( Renania e sud Germania) sono uniti nel difendere la patria ( come pure i socialdemocratici anticlericali ed antimperialisti). La guerra è stata cercata dalla casta militare russa, decisa a riprendersi una rivincita dopo l’umiliante sconfitta con il Giappone nel 1906 . Il Kaiser, amico fraterno dello zar anche per aver trascorso la sua giovinezza a San Pietroburgo fece l’impossibile per scongiurarla, ma di fornte alla mobilitazione russa decise di giocare in anticipo, dichiarando guerra alla Francia, per batterla in 4 settimane e poi spostare l’esercito verso la Russia. Per questo motivo l’opinione pubblica tedesca sentendosi accerchiata aderì senza defezioni alla guerra preventiva.
Tutti sostengno Burgfrieden ( tregua tra opposte fazioni in caso di guerra) giurando fedeltà incondizionata al kaiser. Per i cattolici è d’obbligo sostenere questa azione per evitare di essere considerati cittadini di seconda classe ed essere preda della politica anticlericale del governo, legato ai prussiani protestanti. Il ricordo del Kulturkampf , manifestazione politica della politica liberale del cancelliere Otto von Bismark che mirava a separare lo stato e la Chiesa, neli anni 1870-1880 è presente. Per Bismarck i cattolici non erano buoni tedeschi per il fatto che obbedivano ad un sovrano straniero : il Papa. Anzi per dimostrare di essere dei buoni cittadini tendono addirittura a sovraesporsi sostenendo a fondo il Burgfrieden.
I Tedeschi erano convinti di combattere per l’integrità della madrepatria e per Dio. Essi non credevano di essere i soli Cristiani sulla terra , ma pensavano che il loro Paese fosse il migliore Paese Cristiano.
In Belgio e nei dipartimenti Francesi occupati essi si dimostrano non solo tolleranti verso i cattolici, o le professioni religiose in generale , ma abolirono alcuni aspetti odiosi della legislazione francese anticlericale( restituiscono i beni religiosi confiscati e permettono l’educazione religiosa nelle scuole pubbliche). I francesi tenteranno di evocare il nemico tedesco protestante ( come nel 1870/71) ma questo avrà scarso effetti.
Italia
Il Papa conservatore Pio X aveva sciolto nel 1904 l’Opera dei Congressi di Romolo Murri perchè troppo a sinistra e nel contempo aveva incoraggiato la fazione più conservatrice ad un accordo con i liberali di Giolitti che si concretizzò con il Patto Gentiloni in cui i cattolici si sarebbero impegnati a votare quei liberali che avessero appoggiato le istanze cattoliche. Alle elezioni del 1913 il Patto ebbe un gran successo: i liberali ebbero il 51% dei voti e su 508 seggi ebbero 260 eletti. Di questi, 228 furono gli eletti che avevano sottoscritto gli accordi del Patto prima delle elezioni, 34 i cattolici (non aderenti al Partito Liberale) . Il Patto Gentiloni aveva portato alla fusione tra il filone risorgimentale e il filone cattolico; le due componenti, unite, formarono una larga maggioranza nel paese
Allo scoppio delle ostilità in Europa le masse rurali semianalfabete cattoliche Italiane pacifiste non erano motivate a combattere contro l’Austria, sia perché era una nazione cattolica, sia perché aveva lasciato in Italia il ricordo di un Buon Governo. Dopo un anno di neutralità l’Italia entrò in guerra sotto le pressioni di un fronte composito e trasversale: irredentisti, nazionalisti, parte degli industriali ed socialisti ( Benito Mussolini). L’episcopato cattolico italiano ( come pure La Lega Democratica , vicina alle posizioni dei modernisti) si mostra in generale patriottica, nel senso di invitare i fedeli all’obbedienza verso l’autorità e a compiere il proprio dovere al fronte e nel Paese. Pochi furono i vescovi decisamente neutralisti. Solo un ristretto numero di vescovi ebbe atteggiamenti di tipo nazionalistico( Padre Agostino Gemelli fondatore della Università Cattolica di Milano può essere annoverato tra questi) La tradizionale distinzione tra guerra giusta e ingiusta, applicando il primo termine all’intervento italiano, trovò ancora eco in alcuni autorevoli ecclesiastici, ma prevalse l’orientamento ad affrontare la situazione di fatto con un patriottismo di obbedienza, rimandando per così dire alla fine del conflitto più ponderata riflessione.
Il comando supremo,( Il generale Cadorna era cattolico) aveva intanto istituito il ruolo dei cappellani militari,( per il clero era obbligatorio prestare servizio nella sanità. Papa Giovanni XXIII aveva prestato servizio militare per un anno nella sanità e fu cappellano militare all’Ospedale di Bergamo per tre anni ) che presieduti da un vescovo castrense avevano il compito di assistere spiritualmente i combattenti in trincea, e indirettamente di sostenere patriotticamente il morale dei soldati. Accanto ad essi vi furono presenze spontanee di rabbini e pastori protestanti.
Con la disfatta di Caporetto, vista dai superstiziosi come una punizione divina, mutò radicalmente il carattere della guerra italiana. Dalla finalità del raggiungimento dei confini naturali e dell’abbattimento del dominio austriaco su altri popoli si passò ad un patriottismo intriso di solidarietà popolare e di speranza di liberazione non solo delle terre invase, ma anche dalle sofferenze e dalla violenza delle armi ed dalla speranza di una società diversa e migliore .
Alle elezioni del 1919 si sarebbero affermati i partiti popolari,( socialisti e cattolici a scapito dell’elitario partito Liberale), che furono incapaci ad introdurre nella società le loro istanze egualitarie e furono travolti dalla violenza fascista e dai loro stessi errori.
Russia
Lo Zar mostra un'icona alla truppa
L’ingresso della Russia nel conflitto fu salutato da ampie fasce dei sudditi dell’impero con un sentimento di unione nazionale e appoggio al potere zarista.In pochi giorni un’ondata di germanofobia invase il paese. La guerra, che conciliava l’onore e l’interesse dell’impero, fu vista come sia come un obbligo per aiutare il “piccolo fratello serbo aggredito” sia una lotta per l’emancipazione dall’influenza, soprattutto economica, dalla Germania.
Poiché secondo la concezione bizantina della sinfonia dei poteri l’azione dello stato e della Chiesa, pure distinta proveniva da un’unica fonte divina, le due istituzioni erano chiamate a contribuire al sereno funzionamento di un unico organismo. La separazione tra gli interessi della Chiesa e quelli dell’Impero, quindi non era ritenuta possibile, poiché lo stato era cristiano. Fu per questo motivo che i vertici della Chiesa, all’inizio delle ostilità, furono preoccupati che la disfatta militare avrebbe provocato il crollo della autocrazia e con essa della Chiesa.
Inoltre dall’inizio del secolo la pratica religiosa si era affievolita anche in specie dopo la rivoluzione fallita del 1905. Gli insorti sopravvissuti erano certi che questa guerra sarebbe stata l’occasione per sovvertire l’ordine costituito. La corrente messianica- slavofila aderì alla guerra immediatamente, mentre i socialisti la rifiutarono categoricamente anzi si preparono a raccogliere i frutti della disfatta.
Così il clero spiegava ai fedeli l’odio verso la Germania:” per secoli ci hanno dimostrato finta amicizia , ma ci hanno invaso con vari eserciti:
Il primo esercito, la schiera dei filosofi e degli studiosi tedeschi, aveva puntato gli strati della nostra società più colti,l’intellighenzia e la scuola. Il secondo schieramento, quello dei divulgatori del pro-testantesimo tedesco e delle sette, aveva attentato alle fasce più basse della nostra popolazione.Ma ciò non era abbastanza per i nostri nemici. Il loro terzo esercito sta perfezionando l’uccisione spirituale Così della santa Russia ancora in un’altra fascia: quella della classe media dei lavoratori. Ora i tedeschi distribuiscono il vangelo socialista e la fede proletaria che hanno confezionato in patria.»
Ma altri Prelati commentavano “ Cercare nel Vangelo una risposta sul problema della guerra vuol dire non capire lospirito evangelico..ma in alcuni casi la Chiesa guarda alla guerra come a una concessione di Dio e la permette come l’unico mezzo possibile per ristabilire i diritti umani violati.»
L’evoluzione degli eventi bellici cambiò tuttavia lo scenario. La grande offensiva lanciata dalle Potenze centrali nel maggio del 1915, il dimezzamento dell’esercito russo e la perdita delle province occidentali dell’impero (Lituania,Galizia e Polonia) gettarono l’economia nazionale in una crisi che si sarebbe trascinata fino al 1917 e misero fine all’Unione Sacra. Una piccola parte della Chiesa, nel 1917 vide la cadura dello Zar come una liberazione. Ma alla firma della pace separata di Brest- Livovsk nel marzo 1918 tra bolscevichi e Germanici il nuovo patriarca Tichon così scrisse a Lenin:«Al popolo vessato da una guerra sanguinosa voi avete promesso di dare una pace‹senza annessioni né contribuzioni›. [...] Rinunciando a difendere la Patria dai nemici esterni state accumulando senza sosta truppe. Verso chi le scaglierete? [...] La pace vergognosa che avete concluso con il nemico esterno non serve alla Russia, ma a voi,che avete progettato di distruggere definitivamente la situazione interna del paese.»Con l’avvvento dei sovietici al potere si spezzò violentemente quella sinfonia che aveva unito lo Zar e la Chiesa e la Chiesa Ortodossa avrebbe potuto sopravvivere per alcui decenni solo nelle catacombe.
Gran Bretagna:
La “Church of England” (gli Anglicani) si era guadagnato e riconosciuto il ruolo di “ coscienza della Società Britannica”. Il processo di laicizzazione della società si era affermato nel paese, ed era stato favorito dalla notevole tolleranza nella società per la presenza di varie confessioni religiose, ed organizzazioni poltiche e sindacali. La Chiesa di Inghilterra aveva nella società una posizione dominante e privilegiata ed era alleata delle forrze conservatrici, ovviamente contro sindacati operai anche perché i Pastori erano di estrazione sociale media- alta ed avevano frequentato le migliori Università. Verso la fine del secolo la frequentazioni alle funzioni religiose era in declino, specie presso i poveri. Inoltre vi era un ampio dibattito filosofico- teologico sul come interpretare la Bibbia alla luce delle recenti scoperte di Darwin,( evoluzione della specie). Prevarrà la soluzione razionalista, (non si può rifiutare tutto quanto quanto è razionale). Il controllo gerarchico della Chiesa Anglicana spettava alla Corona che nel tempo aveva trasferito i suoi poteri al Parlamento che se ne era disinteressato.
I Vescovi eran scelti dal Parlamento in cui sedevano membri non Anglicani (Alla Camera dei Lords appartenevano per diritto vari vescovi) su segnalazione del capitolo della diocesi.
Di fatto il sistema di autorità e controllo sociale tendeva ad alienare quelli nella fascia più bassa della gerarchia sociale.Allo scoppio delle ostilità vi era una approccio amichevole verso la Germania , altra grande nazione cristiana, Ma questo atteggiamento mutò completamente con la violazione della neutralità e l’occupazione del Belgio con la notizia di rappresaglie sui civili e con l’incendio della biblioteca e della città di Lovanio. I germanici erano gli interpreti incivili del “might makes right” (La Forza crea il diritto).
Così tuonava dal pulpito il sanguigno vescovo di Londra Winnington-Ingram: ”meglio morti che vedere la GB una provincia dell’Impero Germanico. Occorre bandire una crociata per eliminare i tedeschi” la morte al fronte era declamata come un martirio per la vittoria del bene contro il male.
Invece Charles Gore, vescovo intellettuale di Oxford dal pulpito spiegava che il conflitto risparmiava alla G.B. una “tremenda lotta di classe: la lotta tra capitale e lavoro, suggerendo che Iddio usava il male( la guerra) per fare vincere il bene( no guerra sociale)."
La posizione ufficiale della Chiesa fu “Aiutare lo sforzo bellico con ogni mezzo possibile. Spiegare le cause e responsabilità della guerra, mantenere la morale in patria e ricordare ai giovani che il loro primo dovere era di arruolarsi, e combattere per la GB era come combattere per Gesù Cristo”.
Per legge ai cappellani militari era proibito essere presente in prima linea. Ma erano responsabili dei fuenrali, registro dei morti, di officiare i servizi religiosi, recare conforto ai feriti). Stranamente i Vescovi non permisero ai giovani preti di arruolarsi motivando la importanza della loro presenza nelle parrocchie, dove dovevano svolgere innumerevoli opere caritative in favore dei poveri, vedove, orfani, sussidi per le famiglie con gli uomini al fronte, reduci mutilati, e vegliare che i fedeli non facessero abuso di alcool (birra, sidro, alcolici).
Tuttavia nonostante le gerarchie ecclesiastiche affiancassero incondizionatamente lo sforzo bellico, non accettarono mai il principio della rappresaglia in specie contro i civili attirandosi aspre critiche da parte della stampa sciovinista. Nel periodo post bellico, nonostante la disillusione degli anni ‘20 e ‘30 la Chiesa non cessò mai di onorare i caduti in guerra erigendo memoriali e chiamandoli “i nostri gloriosi eroi”.
Bibliografia:
A light in the darkness interaction between Catholicism during ww1… di Maggie Breman. Purdue e-pubs 2013
Histoire réligeuse de la grande guerre – Xavier Boniface Fayard 2014
La Chiesa Ortodossa Russa durante la Prima guerra mondiale di Alessandro Salacone
The Church of England in ww1 di KC Fielden 2005
articolo pubblicato sull'ultimo numero del blog