Renzi: il re è nudo. Con quali alleati riconquistare Palazzo Chigi?
Il PD (Partito Democratico) è più che mai "PDR" (il partito di Renzi) come affermano i suoi detrattori. L'ex presidente del consiglio voleva vendicarsi dopo la sconfitta del referendum costituzionale del 4 dicembre che gli è costato il potere. Egli ha saldamente in pugno il partito dopo essere eletto al primo turno con il 70% dei voti. Sempre alla ricerca di legittimità, la partecipazione è stato il problema principale di una consultazione, senza suspense, non essendo i rivali in grado di metterlo in pericolo. Era stato fissata a un milione la soglia sotto la quale le consultazioni sarebbero state considerate un flop. Circa due milioni di elettori sono andati alle urne. Sono stati sconfitti, prevalentemente per mancanza carismatica più che programmatica, il ministro della giustizia Andrea Orlando (che ha raccolto comunque il 20% dei voti) e il governatore della Puglia, Michele Emiliano (7%), considerati entrambi più a sinistra di Renzi. Questo è molto più di quello che ci si poteva aspettare dopo la recente scissione dal PD (a seguito delle manovre parlamentari e non di D'Alema e Bersani).
E' comunque da rilevare che l'affluenza alle urne registrata è risultata molto minore che quella nelle primarie tenutesi nel 2005, p.e. (quelle di Prodi e Bertinotti, ndr) che avevano raccolto più di 4 milioni di persone, rispetto al 2007 (3,5 milioni), o di quelli del 2013, quando lo stesso Matteo Renzi aveva ottenuto il 68% dei voti degli oltre 2,8 milioni di elettori. "La nostra comunità ha un nome, che è la democrazia, ha dichiarato prima delle primarie per stigmatizzare il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e Forza Italia di Silvio Berlusconi. Abbiamo scelto il nostro capo con il voto dei cittadini non con un solo clic, Arcore o meccanismi dinastici. " Incoronato a capo del suo partito, Matteo Renzi potrebbe però presto dimostrarsi un re nudo. Se non corregge la personificazione eccessiva dell'esercizio del suo potere, il Partito Democratico potrebbe presto registrare nuove scissioni.
Alle prossime elezioni parlamentari nel 2018, spera di tornare a Palazzo Chigi. "Una nuova storia inizia" Ha detto nel suo discorso della vittoria, rifiutando ogni proposito di vendetta. "Questo non è il secondo tempo dello stesso incontro: è una nuova partita".
Non è sicuro Renzi di voler guidare un governo di coalizione. Tuttavia, non è certo che il Parlamento voglia dare al paese una nuova legge elettorale che debba tornare ad essere proporzionale. Il tripartitismo della politica italiana attuale richiederà necessariamente la formazione di un governo di coalizione. Il rifiuto delle altre forze politiche di accettare la forte personalità di Matteo Renzi ed il rifiuto di alcuni degli elettori del Partito Democratico di stringere un'alleanza con il centro-destra di Berlusconi, come ha lasciato intendere con diversi suoi esponenti rilevanti (fra cui l'ex sindaco di Milano Pisapia, p.e.) potrebbe ostacolare i suoi piani per la riconquista del potere. Se il ritorno a capo del PD di uno che sogna di essere il Macron italiano era un percorso obbligatoto, la strada per ritornare presidente del consiglio sarà comunque lunga e difficile.