Editoriale #84
La legge elettorale alla tedesca (proporzionale con sbarramento al 5%) condivisa in commissione da PD, ForzaItalia, Lega, M5S e SinistraItaliana, naufraga immediatamente alla Camera su un emendamento contro lo speciale trattamento al Trentino. I franchi tiratori provengono principalmente da M5S. Impossibile disciplinare un movimento di protesta e popolusta senza una disciplina ed ideologia vincolante. Eppure le premesse erano ottime. Una legge elettorale, come una riforma costituzionale, deve assolutamente essere condivisa da una stragrande maggioranza.
Così non è stato. Questo Parlamento fazioso, dove un terzo dei deputati ha cambiato casacca tradendo il mandato e la fiducia degli elettori, non è disponibile a una qualsivoglia riforma seria, anteponendo il proprio interesse particolare al bene comune.
Renzi (il rinoceronte) sbaglia ancora. Settimane fa, trovato l'accordo con FI, Lega, M5S, SinistraItaliana, Renzi difende a spada tratta la legge elettorale alla tedesca trattando con scherno un alleato fedele come é stato Alfano, rappresentante di un partito centrista, contrario perchè potrebbe raggiungere solo con difficoltà il 5%.
L'elettore centrista è un moderato, appartenente al ceto medio produttivo e positivo. Inimicarsi questo elettorato sarebbe una stupidaggine, anche perché significa gettarlo nelle braccia della destra...
Pisapia: "ed ora primarie di coalizione per il centro sinistra". O ha preso un colpo di sole oppure è diventato un filibustiere. Pisapia è a capo di un movimento di opinione da lui chiamato (solo da lui, per ora) progressista, accreditato forse dello 0,1% dell'elettorato, e presume di poter egemonizzare la sinistra, da Sinistraitaliana ai i sopravvissuti di SEL e Vendola, ai fuoriusciti dal PD (Articolo1 di D'alema, Bersani, Speranza), sempre con l'appoggio della CGIL, e così tentare la scalata anche al PD.
Ma come si fa a teorizzare primarie di coalizione per permettere ad un piccolo partito con l'aiuto della minoranza dissidente (e questo in Italia accadrà sempre) di impossessarsi di un partito contro la volontà della stragrande maggioranza dei suoi elettori...? Il PD ha già fatto le sue primarie, ha già eletto il suo segretario, che ora deve solo negoziare con i subalterni i termini di una alleanza (quale programma e quante poltrone...). Il Sig. Pisapia si faccia eleggere con le primarie dai variegati anarchici cespugli di sinistra e poi patteggi le poltrone od il programma.
M5S. Primo flop alle amministrative parziali 11 giugno. Un test non molto significativo, tuttavia con l'estate le Stelle cadenti si moltiplicano. Il M5S non passa al secondo turno in nessuna grande città. La destra rimonta, in modo speciale Forza Italia data per malata terminale... Berlusconi, anche se l'età non è dalla sua, ha sempre un grande influsso sul'elettorato medio ed il suo impegno è per ora premiato.
Prime prove di intesa M5S-Lega. Analisi sociologica alla mano si deduce: M5S è ben posizionato al Sud, mentre la Lega al Nord. Il loro elettore è di ceto medio basso, incolto e populista, xenofobo. La divisione è solo nei capi, Salvini, Grillo etc., ma la base elettorale è simile...
Si andrà alle elezioni durante la primavera del prossimo anno con il Consultellum 1 e 2.
1. Al Senato proporzionale con doppia soglia Al Senato vige un sistema proporzionale puro, senza premio di maggioranza e senza capilista bloccati. Per accedere alla ripartizione dei seggi, la soglia, su base regionale, è dell’8% per le liste non coalizzate e del 3% per le liste coalizzate (sempre che la la coalizione superi il 20%). È prevista la preferenza unica. Ogni collegio ha ampiezza regionale, anche nelle Regioni più popolose (Lombardia, Campania, Lazio, Sicilia, ecc.) il che rende difficile e onerosa la caccia alle preferenze.
2. Alla Camera proporzionale e premio per chi supera il 40% Il sistema elettorale emerso dopo la sentenza di ieri della Consulta è anch’esso di tipo proporzionale, ma con un premio alla singola lista che supera il 40% (il bonus di seggi consente di arrivare a quota 340, oltre la maggioranza di 316 seggi). In caso di mancato raggiungimento di questa soglia, si passa al riparto proporzionale dei seggi tra tutti i partiti che hanno superato il 3%. Non solo. Non è prevista la possibilità per le liste di collegarsi in coalizione. Il premio premio può andare perciò solo alla lista.
Intanto, in tre giorni è cambiato tutto in Europa.
Giovedì scorso Theresa May non ha ottenuto il mandato popolare che cercava, mandato ottenuto invece domenica da Emmanuel Macron, che ha aggiunto alla sua vittoria presidenziale la promessa di una solida maggioranza parlamentare.
May entra in crisi e avrà serie difficoltà a restare in carica a lungo, mentre (a prescindere dall’astensione record) Macron si installa saldamente ai comandi. Ben oltre i destini dei due protagonisti, questo scenario ha due conseguenze.
La prima è che il Regno Unito entra in una profonda e duratura crisi politica, mentre la Francia vuole chiaramente voltare pagina dopo lunghi anni di marasma e ripartire con il piede giusto. La seconda, più importante, è che questa ripresa della Francia le restituisce un peso in Europa che il Regno Unito ha doppiamente perduto scegliendo la Brexit prima di bocciare, meno di un anno dopo, la Brexit 'dura' (hard-Brexit) voluta da May e presentarsi al negoziato sull’uscita dall’Unione senza sapere cosa vorrebbe ottenere o evitare.
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