top of page

Editoriale #98a



Crescita Pil Italia nel 2017 a +1,5%: è la più alta da 7 anni, ma ultimi in un'Europa che cresce ad un +2,4%. Il PIL italiano sfiora i 1.600 miliardi. L’Italia - l’anno scorso - è rimasta quindi ben al di sotto dei 1.678 miliardi di pil realizzati nel 2007: si può stimare che abbia sfiorato appena i 1.600 miliardi. La Spagna, al contrario, era già nel 2016 poco lontana da 1.121 miliardi, il massimo raggiunto, in questo caso, nel 2008. L’anno scorso dovrebbe aver raggiunto, i 1,140 miliardi. La Germania da sette anni cresce a un ritmo dell’1,8%. Gli altri paesi hanno superato il massimo pre-crisi nel 2011: la ”austera” Germania ma anche la Francia che pure, negli ultimi temi, è apparsa relativamente debole. L’economia tedesca, dal 2010, è cresciuta a un ritmo medio annuo dell’1,8% e quella francese a un ritmo dell’1,1%. Nello stesso periodo il Pil italiano - tra false partenze e ritorni alla base - è invece sostanzialmente rimasto invariato, mentre dal 2013 a oggi è salito dello 0.9% annuo.

Si allarga costantemente il divario economico tra Italia ed Europa. Per colmarlo, solo la convocazione degli Stati Generali ed una condivisione a stragrande maggioranza degli obiettivi può salvare l'Italia dallo scivolare verso il terzo mondo.

Romano Prodi, (il premier che portò un Italia comunque impreparata in Europa) ha comunicato che voterà la minuscola lista "Insieme", alleata del PD. Molto strano, apparentemente, appoggiare una lista che forse non raggiungerà il 3%. Ma il vero obiettivo era comunicare che non si vota il Partito Democratico di Renzi. E da quando un ex (leader) in Italia vota un successore che lo ha scalzato dallo scranno? Ed inoltre era importante comunicare a 'Liberi ed Uguali' , di Grasso, Bersani e Boldrini, che come secessionisti rinnegavano la esperienza dell'Ulivo. Ed infatti D'Alema l'ha subito apostrofato come "il compagno che sbaglia" (bontà sua, ipse dixit... )

Tutti pazzi per Gentiloni. Incredibile: ma pare che l'attuale capo del governo sia apprezzato da Berlusconi, da Prodi, Napolitano, Renzi, ( nonostante il gradimento degli elettori verso il Pd sia in picchiata) Grasso, Camusso, più per la sua capacità di accontentare tutti un poco, piuttosto che guidare il Paese fuori dalla Palude. Subire le circostanze piuttosto che prevenire. I privilegi , e le rendite, politiche, sindacali, fondiarie, finanziarie, assistenziali non si toccano, pena l'ostracismo. Se il Paese deve affondare, che affondi se tutti sono d'accordo. L'Italia non è un Paese per eroi ...


Trump: America first. Fine della globalizzazione. I pesanti dazi e le quote per limitare le importazioni di acciaio e alluminio decise dal governo americano potrebbero colpire non solo la Cina ma anche altri paesi. Il Dipartimento del Commercio americano ha raccomandato di imporre dazi pesanti o quote sui produttori stranieri di acciaio e alluminio nell’interesse della sicurezza nazionale. “Il fatto è che la Cina esporta molto acciaio e alluminio verso gli Stati Uniti, ma francamente, Canada, Brasile, Messico, altri paesi importano più acciaio rispetto alla Cina”, ha detto Max Baucus, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Cina, primo esportatore mondiale di acciaio. Nel frattempo la Corea del Sud sta valutando la possibilità di presentare un reclamo all’Organizzazione Mondiale del Commercio se gli Stati Uniti impongono dazi pesanti sull’acciaio”.

Il partito anti-migranti AfD secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano tedesco Bild Alternative for Germany (AfD) ottiene il 16% dei consensi, dimostrando che attualmente è la seconda organizzazione politica più popolare in Germania e più popolare dei socialdemocratici tedeschi (SPD), alleati della “Grand Coalition” di Merkel. Nel partito nazista di Hitler il 33% degli iscritti era operaio, anche nell' AFD si hanno percentuali simili.

Borsa incurante del risultato delle elezioni del 4 marzo. In vista del voto del 4 marzo prossimo, la coalizione di Centrosinistra rischia di essere sconfitta dalle forze del Centrodestra guidate da Silvio Berlusconi e dal Movimento Cinque Stelle, ma assicurano gli analisti, i mercati sembrano non credere affatto all’ipotesi di elezioni-shock.

Ciò è ampiamente dimostrato dall’andamento dei titoli di Stato italiani che in chiusura venerdì offrivano un rendimento del 2% circa, in calo rispetto al 2,5% del marzo 2017. Lo spread con gli analoghi titoli tedeschi è di 128 punti base, pure lui calato dal picco di 213 punti raggiunto ad aprile 2017. Dalle elezioni non uscirà una maggioranza anti-establishment o anti-Europa, ed è per questo che i mercati sono così tranquilli.



Sommario








Archivio
bottom of page