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Editoriale #102




Scintille tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio nella trattativa per la formazione del nuovo governo. “C’è lo 0% di possibilità che il Movimento 5 stelle vada al governo con Berlusconi e con l’ammucchiata di centrodestra”...

Di Maio, in questo momento, mi interessa meno di zero”..., ha poi replicato a margine di un comizio a Spilimbergo (Friuli Venezia Giulia) Matteo Salvini.

Senza un accordo tra Salvini e Di Maio salgono le chance di un ritorno alle urne, probabilmente in autunno. Ma il disegno diabolico è formare un governo Destra-centro con M5S, approvare una nuova legge elettorale di tipo maggioritario, con formazione obbligatoria di liste e ballottaggio fra le prime due liste, che sarebbero (stando agli esiti delle ultime elezioni) Destra-centro e M5S. Il PD tagliato fuori.

Intanto il PD si riunirà il 21 per decidere come rifondarsi con un nuovo congresso e con un nuovo reggente. La clamorosa sconfitta non ha messo in crisi la struttura di potere all'interno del partito consolidatasi con il depotenziato Renzi, aduso evidentemente a metodi più democristiani che altro nell'assicurarsi una eredità. Ma la sconfitta ancora più grave di LeU (Grasso, D'Alema, Boldrini, etc.) e dei cespugli di estrema sinistra rende urgente, ma difficilissima, ogni revisione della strategia politica e del posizionamento del PD nella società.

Ed intanto la vecchia (decrepita) classe politica filo-europea è stata mandata a casa dai partiti vincenti che si sono dichiarati euroscettici. La maggioranza dell'opinione pubblica italiana ha impiegato esattamente 17 anni per disamorarsi di un'Europa considerata responsabile della più lunga recessione che il Paese abbia mai vissuto dall'ultima guerra mondiale. I ripetuti governi Prodi, Berlusconi, Monti, e con loro i sindacati tutti, che hanno governato dalla metà degli anni '90 fino al 2013 (un'altro ventennio che si ricorderà...), sono i responsabili storici autentici di questa catastrofe e della metamorfosi della publica opinione rispetto al tema europeo.

Ed intanto rimane in agguato una manovra correttiva e l'incubo di un aumento delle aliquote IVA per il prossimo anno. L'economia italiana ha agganciato in ritardo ed al rallentatore la ripresa dell'economia mondiale e su cui pesa ora anche l'incognita del protezionismo americano.

CDP (Cassa Depositi e Prestiti) esercita la sua golden-share ed entra in TIM (Telecom Italia) come azionista al 5%. Era ora. Domande di puro buon senso, che peraltro suonano assai stonate, perché i fatti di oggi sono la pura conseguenza di 5 passaggi chiave avvenuti rispettivamente dal 1997 (anno della privatizzazione), al 1999 (OPA di Colaninno e soci), dal 2001 (acquisizione senza neanche OPA da parte di Tronchetti Provera) al 2007 (acquisizione del controllo da parte di Telco, costituita da banche italiane e da Telefonica - spagnola -, sempre con distinti saluti all’offerta pubblica di acquisto) all'ultima la scalata del finanziere francese Bollorè la scorsa estate... Tim-Telecom distribuiva sotto forma di dividendo allo Stato, suo principale azionista prima del 1997, fino a 1,8 miliardi di euro. Ora dopo essere smembrata e ridotta all'osso (ancora comunque con un po' di polpa) la classe politica finalmente si accorge che l'industria nazionale strategica è il braccio armato dello Stato e senza di esso qualsiasi politica industriale diventa evanescente...

Fine della Globalizzazione: la Cina ha proposto di ridurre di 50 miliardi di dollari il deficit commerciale con gli Stati Uniti, ma l’amministrazione Trump ha respinto l’offerta. La Cina sta prendendo in considerazione l’idea di fare concessioni per l’Europa e per il Messico, ma con gli USA la questione è più complicata: dopo un’apertura iniziale i colloqui sembra infatti che si siano bloccati in una fase di stallo.

In precedenza le autorità cinesi avevano annunciato che avrebbero allentato i limiti agli investitori stranieri nel settore dell’auto e tagliato i dazi all’import di veicoli. Sarebbe dunque un messaggio di apertura quello del presidente cinese Xi Jinping, che in un discorso al Boao Forum for Asia (equivalente al Forum di Davos per gli occidentali), ha assicurato un “allineamento” del sistema cinese alle norme finanziarie internazionali,protezione della proprietà intellettuale e ampliamento delle importazioni.

Tangenti sanità, sei arresti a Milano: ai domiciliari 4 primari di Pini e Galeazzi. Sotto inchiesta anche il direttore sanitario dell'istituto ortopedico di via Quadronno.

Nelle carte dell'inchiesta ricostruito il meccanismo corruttivo. Per l'ex magistrato Gustavo Cioppa, garante in regione Lombardia della legalità, si ipotizza il reato di abuso d'ufficio e favoreggiamento. L'unico a finire in cella è per ora l'imprenditore che è titolare di una ditta specializzata nel settore delle apparecchiature sanitarie. I medici, invece, sono agli arresti domiciliari, mentre il magistrato è indagato. L'esposto di un anonimo finito agli atti: "All'interno dell'azienda Pini-Cto vengono spartiti soldi pubblici in modo clientelare, che dovrebbero servire invece per il bene della popolazione (...) le ditte fornitrici sono sempre le stesse ed i regali per alcuni primari e la direttrice sanitaria sono sempre più costosi". A mettere nero su bianco queste accuse è stato un anonimo che nel febbraio 2017 ha presentato un esposto "contenente accuse di clientelismo" all'interno dell'ospedale. Denuncia che è finita agli atti dell'inchiesta che ha portato all'arresto di sei persone, tra cui la direttrice sanitaria del Gaetano Pini Paola Navone...

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