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Emergenza Xylella, l'Europa bacchetta l'Italia


Un patogeno aggressivo sta distruggendo gli storici oliveti della Puglia, e sta marciando verso nord e minaccia di raggiungere il resto d'Europa. Eppure lo scorso anno le autorità italiane non hanno monitorato la diffusione dell'infezione e non hanno seguito i piani di contenimento concordati con la Commissione Europea, secondo i risultati di un'ispezione resi pubblici la settimana scorsa dalla stessa Commissione. Gli scienziati della regione non sono sorpresi dalla critica: i loro sforzi per fermare l'infezione sono stati ripetutamente ostacolati negli ultimi quattro anni, fin da quando hanno iniziato sospettare che la malattia fosse causata dal batterio Xylella fastidiosa. "La situazione è ridicola, le autorità si sono sempre mosse troppo lentamente, mentre era necessaria un'azione rapida", spiega il patologo vegetale Giovanni Martelli all'Università di Bari. Il patogeno, per il quale non c'è cura, non era stato mai stato visto in Europa prima che fosse scoperto in Puglia nel 2013. Probabilmente è arrivato dalle Americhe, dove è endemico. I ricercatori hanno stabilito che stava causando il Complesso del Disseccamento Rapido dell'Olivo (CoDiRO) in Puglia, ma alcuni manifestanti hanno contestato i loro risultati. Nel 2015, un procuratore locale, sull'onda della rabbia degli ambientalisti che protestavano per l'abbattimento di olivi secolari, ha addirittura aperto un'indagine per stabilire se fossero stati i ricercatori a causare effettivamente l'infezione.

Il rapporto della Commissione, pubblicato il 31 maggio, racconta una serie di fallimenti delle autorità italiane. Afferma che il monitoraggio sistematico dell'infezione è iniziato troppo tardi e che ci sono stati "ritardi eccessivi" nello sradicamento di alcuni alberi infetti. Inoltre, le autorità nazionali eregionali hanno erogato poco più della metà dei 10 milioni di euro destinati alle misure di contenimento. I dati ottenuti da "Nature" aggiungono ulteriori prove di una risposta lenta. Per quasi tutto il 2016, i laboratori italiani non hanno analizzato quasi nessun campione di Xylella, il che indica che il monitoraggio era quasi cessato. Le autorità non hanno risposto alle richieste di un commento sull’argomento. La Commissione è preoccupata che X. fastidiosa pauca - la sottospecie nota per causare il CoDiRO - possa minacciare l'intera industria olivicolo-olearia europea se non fosse contenuta. Ma la Commissione ha anche preoccupazioni più generali. I nuovi programmi di monitoraggio che la Commissione coordina hanno ora identificato diverse altre sottospecie di Xylella in altri paesi dell'Unione Europea. A maggio, le autorità spagnole hanno addirittura segnalato che su una vite dell'isola di Maiorca è stata individuata la molto temuta X. fastidiosa fastidiosa, la causa della malattia di Pierce, che periodicamente spazza via i vigneti in California. L'infezione è stata facilmente contenuta, ma gli scienziati sono preoccupati che una sottospecie ancora sconosciuta possa scatenare epidemie in altre coltivazioni di frutta. Una tragedia italiana Il piccolo comune di Oria, in provincia di Brindisi, è un esempio della lotta per controllare la devastazione che colpisce gli oliveti dell'Italia meridionale. Due anni fa, alcuni ambientalisti si sono incatenati ad alberi antichi per evitare che venissero sradicati. La loro fu una vittoria di Pirro: gli alberi di tutta l'area attorno stanno ormai morendo e Xylella è stata dichiarata endemica nella zona.


A Oria il conflitto è cominciato dopo che l'Italia, a inizio 2015, ha dichiarato lo stato d'emergenza a causa della malattia e ha nominato commissario straordinario Giuseppe Silletti, comandante della Regione Puglia del Corpo forestale dello Stato, per avviare misure radicali di contenimento, tra cui l'abbattimento di alberi sani intorno a quelli infetti. Sulla base dei regolamenti dell'UE, Silletti ha elaborato una mappa delle aree infette, che definiva una zona cuscinetto di 20 chilometri per lo più priva d’infezione, dove le autorità avrebbero dovuto controllare gli alberi con particolare attenzione. Oria, che divenne un punto caldo della protesta, era vicino al confine settentrionale. Il procuratore ha sospeso la distruzione degli alberi della regione, mentre l’inchiesta continua. Silletti si è dimesso a dicembre 2015, sostenendo che la sua capacità di attuare il piano di contenimento era stata bloccata a ogni passo. Il procuratore non ha revocato il suo divieto fino a luglio 2016, dopo che la Commissione ha minacciato di denunciare l'Italia alla Corte di giustizia europea.

Gli sforzi per fermare l'infezione hanno incontrato anche altri ostacoli. A inizio 2016, il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha annunciato che una task force di esperti avrebbe sostituito il commissario Silletti, ma la sua esatta composizione e il suo mandato non sono mai stati resi pubblici. In aprile, la Commissione ha definito una nuova zona di contenimento più a nord che inizialmente era priva di infezione, escludendo la punta più meridionale della Puglia, inclusa Oria, come regione di infezione endemica di Xylella. Ma, come hanno rilevato gli esperti della Commissione dopo la loro visita in Puglia a novembre 2016, a fine agosto dello stesso anno non era ancora iniziato il monitoraggio sistematico degli alberi di olivo: quest’inattività aumentava il rischio di diffusione dell'infezione, come si afferma nella relazione. I risultati di un monitoraggio intensivo effettuato a fine 2016 parlano ora di quasi 900 esemplari di piante della nuova zona di contenimento positive a Xylella, secondo alcuni dati resi pubblici.

La Commissione ha investito circa dieci milioni di euro in programmi di ricerca internazionali per studiare Xylella, ma la Regione Puglia non ha ancora onorato i suoi impegni per sostenere la ricerca locale. Ha annunciato progetti per 2,5 milioni di euro lo scorso settembre, dopo un bando di gara per i finanziamenti istituito l'anno precedente, ma gli scienziati coinvolti non hanno ancora ricevuto il denaro. Alcuni contestatori ancora non credono che sia Xylella a causare il CoDiRo. L'inchiesta del procuratore sui ricercatori pugliesi verrà archiviata se entro un mese non si arriverà a un procedimento. A metà maggio alcuni ambientalisti hanno inviato una nuova denuncia all'ufficio del procuratore dicendo che i programmi di ricerca ignorano ingiustamente altre possibili cause dell'infezione, come per esempio un fungo (anche se la Commissione ha già escluso questa possibilità). Nel frattempo, l'ampliamento della sorveglianza ha individuato sottotipi di Xylella in Francia, Germania, Svizzera e nelle Isole Baleari, tra cui Maiorca, dove il commercio legato al turismo aumenta il rischio di diffusione dell'infezione. "Siamo molto preoccupati", dichiara Cinta Calvet, che dirige un programma di protezione delle piante presso l'IRTA, l'Istituto catalano per la ricerca e la tecnologia in agricoltura a Barcellona. La città è una punto di passaggio per chi visita le Baleari.

Questa gamma di sottospecie suggerisce che Xylella è stata introdotta in Europa molte volte, dicono i ricercatori dell'UE, e altri eventi dello stesso tipo sono possibili. Inoltre, è ormai chiaro che i geni fluiscono in modo "relativamente facile" tra le diverse sottospecie, dice Rodrigo Almeida, che studia Xylella presso l'Università della California a Berkeley. Almeida e il suo gruppo hanno pubblicato i loro risultati in marzo (H. D. Coletta-Filho et al. Phytopathology 107, 305-312; 2017). Questo flusso genico aumenta il rischio che le sottospecie diverse possano ricombinarsi per creare versioni più patogene di Xylella, dice - un'altra ragione per contenere urgentemente l'epidemia italiana. Ma ci sono anche buone notizie. In Puglia, i ricercatori hanno identificato due varietà di olivo relativamente resistenti alla malattia. Il mese scorso, la Commissione ha proposto che queste varietà possano essere piantate nelle aree infette, per sostituire gli alberi morti. Ma il lavoro per sviluppare alberi completamente resistenti potrebbe richiedere un decennio o più, sostiene Martelli. (L'originale di questo articolo è stato pubblicato su Nature il 7 giugno 2017. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)

http://www.lescienze.it/news/2017/06/08/news/gestione_emergenza_xylella_commissione_europea-3559602/



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