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Franzini nuovo rettore della Statale: a Milano università libera e aperta


Milano - Un'università "aperta, libera, che serve gli interessi della propria comunità, radicata all'interno del territorio e che contribuisce allo sviluppo culturale e civile dello stesso" con al centro "gli studenti e coloro che dentro le università lavorano". È la visione della Statale di Milano del nuovo rettore Elio Franzini, successore di Gianluca Vago. La prima uscita pubblica insieme è la lezione inaugurale del 10° Anno Accademico del corso di laurea Magistrale in Scienze Cognitive e Processi Decisionali. A margine il nuovo rettore, in carica dal 1° ottobre, ha parlato di alcuni temi di attualità per l'Ateneo, primo il trasferimento delle facoltà scientifiche da Città Studi all'ex area Expo. "Dovrò esaminare tutte le carte, comprese le ultime delibere del cda che non ho ancora visto dato che non facevo parte di quell'organo che ha preso le sue decisioni e che dovranno essere rispettate. Se ci sono dei dubbi sarà mia cura farle presenti al cda" ha aggiunto Franzini.Il processo è già avviato, si tratta di capire come portarlo avanti cioè come strutturare il bando di gara. "Abbiamo tre mesi di tempo, ho i miei limiti cognitivi ma credo di riuscire in tre mesi. Tengo a ribadire che anche se il sovranismo va di moda queste non sono decisioni sovrane ma che vengono prese da organi di governo che si sono già espressi su questo argomento, non è che cambia il rettore e succede la rivoluzione e viene montata la ghigliottina".Per quanto riguarda il rischio che abbandonare il progetto comporti il pagamento di penali, il rettore ha detto: "Non è la penale il problema ma che perderemmo i 130 milioni già stanziati e che il Cipe ha già autorizzato e sono depositati presso la regione Lombardia nella finanziaria di due anni fa. È chiaro che l'università non può permettersi di perdere 130 milioni di edilizia, sarebbe una vera e propria follia oltre che un atto autolesionistico" ha detto Franzini.La Statale, ha ribadito Franzini, resta comunque a Città Studi, considerando però le risorse economiche a disposizione: "Compatibilmente con la nostra situazione economica la Statale deve rimanere a Città Studi, naturalmente bisogna vedere seavremo le risorse per tre campus e non solo per due".



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