Clamoroso: la riforma del Fondo Salva Stati lascerà fuori i paesi che vuole aiutare
https://www.camera.it/leg17/561?appro=le_proposte_di_modifica_dell_esm
https://www.camera.it/leg17/465?tema=trattato_esm
LA RIFORMA DEL FONDO SALVA-STATI
Esm, Conte: «Salvini era seduto al tavolo». Gualtieri: non serve ristrutturazione per avere i fondi
Il progetto di riforma del fondo salva-Stati e le proposte tedesche allarmano le banche italiane. E il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, lancia l’ultimatum: «Se l'Italia non tutela il debito sovrano non lo compreremo più»
«Noi siamo liberi di comprare titoli sovrani, non abbiamo un vincolo di portafoglio e in questa fase abbiamo circa 400 miliardi di debito pubblico italiano (nei bilanci delle banche – ndr): il problema è che cosa fa la Repubblica italiana per tutelare il debito pubblico, non si tratta di debito delle banche e se le condizioni relative al debito pubblico alterano o per maggiori assorbimenti o per elementi che favoriscono sinistri è chiaro che le banche sottoscriveranno meno debito pubblico, non li compreremo più».
Antonio Patuelli, presidente dell'Associazione bancaria italiana, è netto di fronte ai giornalisti nel corso di un incontro con la stampa italiana in cui si è parlato di riforma del fondo salva-Stati, dell'introduzione delle clausole di azione collettiva (Cac) che consentono di aggregare tutti i bond sovrani e ristrutturarli con un unico voto dei creditori (single limb) e della proposta tedesca di ‘prezzare' le esposizioni delle banche al debito sovrano quale condizione per procedere alla condivisione dei rischi con un sistema unico di garanzia dei depositi.
Conte: su Mes delirio, Salvini a tavolo a sua insaputa Il Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità ( o Esm - European Stability Mechanism) resta dunque al centro delle polemiche. Dopo l’attacco della Lega e la precisazione di Palazzo Chigi, che ha chiarito che nessun accordo è stato ancora siglato, martedì è sceso in campo anche il Movimento 5 Stelle, chiedendo un vertice di maggioranza sulla questione. «Oggi abbiamo scoperto che c'è un negoziato che è da un anno in corso: il delirio collettivo sul Mes è stato suscitato dal leader dell’opposizione (Salvini, ndr), lo stesso che qualche mese fa partecipava ai tavoli discutendo di Mes, perché abbiamo avuto vertici di maggioranza con i massimi esponenti della Lega, quattro incontri» e ora c'è chi scopre che era al tavolo «a sua insaputa» ha detto il premier Giuseppe Conte, che riferirà il 10 dicembre al Senato sul Mes. E ancora: «Quando si partecipa ai tavoli a propria insaputa, non si capisce quel che si era studiato e lo si scopre dopo, per suscitare scandalo o delirio, quell'atteggiamento non è responsabile».
Salvini: Conte bugiardo, da Lega sempre no a Mes A stretto giro la replica di Salvini. «Il signor Conte è bugiardo o smemorato. Se fosse onesto direbbe che a quei tavoli, così come a ogni dibattito pubblico, compresi quelli parlamentari, abbiamo sempre detto di no al Mes. Non è difficile da ammettere e del resto, se necessario, ci sono numerose dichiarazioni a testimonianza della contrarietà espressa da tutti i componenti della Lega, ministri compresi, su questo argomento. Cosa teme il presidente del Consiglio? Ha forse svenduto i risparmi degl italiani?»
Mes, fonti Bankitalia: verifica debito già prevista Intanto fonti di Bankitalia precisano che la riforma del trattato del meccanismo europeo di stabilità (Mes) non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani. E aggiungono che nel Trattato già oggi in vigore, non c'è scambio tra assistenza finanziaria e ristrutturazione del debito. Anche la verifica della sostenibilità del debito prima della concessione degli aiuti è già prevista dal Trattato vigente. Il governatore Visco - si spiega ancora - non ha espresso un giudizio sfavorevole sulla riforma del Mes.
20 novembre 2019
Gualtieri: per sostegno non serve ristrutturazione E il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, in una nota specifica che «le condizioni per l'accesso di un paese ai prestiti del MES non sono cambiate, anzi, per una fattispecie specifica, sono state sia pur solo parzialmente alleggerite. Soprattutto è bene chiarire come la riforma del MES non introduca in nessun modo la necessità di ristrutturare preventivamente il debito per accedere al sostegno finanziario». «A proposito della riforma del Meccanismo europeo di stabilità - afferma- si è ingenerata nel dibattito italiano molta confusione».
Non solo. «L'Italia non ha avuto, non ha e non avrà bisogno dei prestiti MES: il debito italiano è sostenibile, ha una dinamica sotto controllo anche grazie alla politica fiscale prudente e a sostegno della crescita che il paese porta avanti». E il Meccanismo «è un potente elemento di stabilizzazione dei mercati finanziari e una difesa contro possibili crisi e deve pertanto essere considerato come un nostro alleato, non come un nemico».
Clamoroso: la riforma del Fondo Salva Stati lascerà fuori i paesi che vuole aiutare di Andrea Pira
Il meccanismo di accesso alle linee di credito precauzionale condizionata rischia di rivelarsi inefficace, perché troppo stringente. Sui 19 Stati che adottano la moneta unica, dieci non avrebbero accesso al sostegno in caso di necessità e tra questi anche l'Italia, oltre a Francia, Spagna, Grecia e Portogallo
Gli strumenti messi a disposizione dalla riforma del fondo Salva-Stati rischiano di avere condizioni così stringenti da rendere il meccanismo inefficace. I criteri per accedere alla linea di credito precauzionale condizionata potrebbero infatti lasciare fuori proprio gli Stati che ne avrebbero maggior bisogno. Un aspetto da tenere a mente nei giorni in cui la politica si accapiglia sulla posizione del governo relativa alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), che rischia di penalizzare eccessivamente l'Italia e il debito italiano e che continua anche nel giorno in cui Moody's ha tagliato l'outlook della banche tedesche, con Deutsche Bank che dal 2007 ha perso oltre il 60% di capitalizzazione e Commerzbank la metà.
La misura contenuta nella riforma del Mes, pronta a essere finalizzata a dicembre e che sta appuntoa scatenando moltissime polemiche in Italia tra Matteo Salvini e il premier Giuseppe Conte, sarà infatti limitata ai Paesi membri la cui situazione economica e finanziaria, pur fondamentalmente solida, potrebbe essere influenzata da uno shock negativo al di fuori del loro controllo. Chi ne chiede l'accesso dovrà rispettare alcuni parametri quantitativi di bilancio nei due anni precedenti la richiesta di assistenza finanziaria (tra cui un disavanzo inferiore al 3% del pil e un debito pubblico sotto al 60% del pil o una riduzione di questo rapporto di un ventesimo l'anno). Inoltre non dovrà neppure essere sotto procedura per disavanzi eccessivi, né avere squilibri eccessivi. La riforma affida allo stesso Mes, alla Commissione europea e alla Bce il compito di valutare la sostenibilità dei debiti sovrani.
Già lo scorso dicembre un'analisi del centro Bruegel evidenziava come la modifica che permette agli Stati in difficoltà di chiedere aiuto, limitandosi a fornire una lettera di intenti, rischia di tenere fuori circa la metà dei Paesi. All'epoca sui 19 Stati che adottano la moneta unica, dieci non avrebbero avuto accesso al sostegno in caso di necessità e tra questi anche l'Italia, oltre a Francia, Spagna, Grecia e Portogallo.
Lo stesso studio evidenzia anche come alcuni riferimenti al deficit strutturale rendesse tale criterio inadeguato, rischiando di portare a discussioni e negoziati tra Stati, Commissione Ue e Mes e riducendo il grado di trasparenza e prevedibilità del processo di valutazione, andando quindi in direzione opposta agli obiettivi che la revisione si è posta.