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Editoriale #147


Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, considerata da tutti neofascista diventa "popularis libertatis vindicem". Questo il suo discorso il 29 luglio alla Camera per la fiducia alla proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre richiesta dall'avvocato del popolo Giuseppe Conte: «Io non userò mezzi termini – ha detto -, io penso che quello che sta accadendo è gravissimo. Questo è il tassello di una deriva liberticida che il governo ha messo in campo con la scusa del Coronavirus non c’è altra ragione».

«Lo stato di emergenza – ha attaccato Meloni – vi serve per consolidare il governo e il potere facendo quello che volete senza regole e controlli». «Lei fin qui ha avuto poteri straordinari tanti da configurare quasi i pieni poteri. Cosa ci avete fatto?» ha domandato rivolgendosi al presidente del Consiglio.«Li avete usati per fare un’infornata di 300 nomine pubbliche nel corso del lockdown. Li avete usati per mettere nei decreti cose che non c’entrano nulla con la pandemia come la concessione di Fiumicino alla famiglia Benetton, avete fatto la commissione sulle fake-news, il ministero della verità o la sanatoria dei migranti, sono queste le cose che volete continuare a fare?»

Mussolini ottenuta la fiducia alla Camera da Popolari e dai liberali dichiarò lo stato di emergenza per mettere a tacere le opposizioni, con la legge elettorale Acerbo che premiava il partito che avesse ottenuto almeno il 25% dei voti, e ottenne la maggioranza assoluta pari ai due terzi dei deputati alla Camera. Non c'è proprio più religione se adesso i neo-post-fascisti tentino di diventare i piu' strenui difensori delle libertà democratiche...

Avevamo già scritto che, in periodi di guerra e di calamità, nelle democrazie mature maggioranza e opposizione lavorano in sintonia. L'indagato per la strage di Bergamo, per ritardata dichiarazione della zona rossa, Giuseppi Conte da buon opportunista ha strumentalizzato a suo esclusivo vantaggio e delle sue clientele il sentimento di unione nazionale che si verifica in questo caso. Questo campione del trasformismo che in due anni ha combinato nulla eccetto chiacchiere infinite, ha capito di avere dalla sua parte elettorale tutta la marea di pensionati, statali, parastatali, nemici di ogni riforma importante che li metta in balia alle crisi del mercato. Importante sia garantita loro la rendita perpetua senza dover rendere troppo conto del loro operare. Questa è la base elettorale a cui Conte si è ben guardato dal chiedere sacrifici e solidarietà per le categorie di lavoratori (quelli esposti alle leggi del mercato e che creano la vera ricchezza) che più hanno sofferto per il Coronavirus. Questa è vera politica: non si toccano i privilegi della propria base elettorale, ma quella degli avversari...

Ponte di Genova- Aspi - Benetton. Che un ponte di quelle dimensioni e di quella importanza non dovrebbe mai, mai, cadere è evidente. Le responsabilità della societa che gestiva l'Autostrade è evidente. Meno evidenti le responsabilità dei Benetton, ma ai Grillini non interessava nulla, occorreva gettare in pasto al popolo un responsabile, " il Padrone"l'origine dei mali e della corruzione italiana che con l'istituto delle concessioni foraggiava gli avversari politici dalla privatizzazione del 1999, quando i politici italiani cedettero la gestione delle Autostrade ai Benetton ed erano alla disperata ricerca di soldi per ridurre il debito. Ora il problema è che qualsiasi concessione sottoscritta con lo Stato Italiano vale nulla a meno che si foraggi il governo del caso. M5S sarà felicissimo di offrire una opportunità di lavoro alla sua clientela in una società che non conosce concorrenza ed i rischi del mercato.

Il "New York Times" loda l'Italia nella lotta contro il coronavirus. Il Paese si è trasformato da "epicentro dell'incubo" a modello «per quanto imperfetto in grado di dare lezioni al resto del mondo compresi gli Stati Uniti, dove il virus, mai sotto controllo, infuria». È la rivincita dell'Italia dopo essere stata il "Paese da evitare a tutti i costi" scoppiata la pandemia. «Dopo un inizio incerto, l'Italia ha consolidato, o almeno mantenuto, i vantaggi di un rigido lockdown a livello nazionale attraverso un mix di allerta e competenza medica dolorosamente acquisita - scrive il Nyt -. Oggi gli ospedali italiani sono praticamente vuoti di pazienti Covid-19 e le morti quotidiane attribuite al virus in Lombardia, la regione settentrionale che ha sopportato il peso maggiore della pandemia, si aggirano intorno allo zero»

Banca Intesa conquista UBI con l'offerta pubblica di acquisto. Era proprio necessario che la prima banca italiana conquistasse la 4 banca italiana? Non era meglio che il sistema bancario italiano si fosse concentrato nel risolvere la crisi di Monte dei Pasci e di Carige e di tante altre piccole realtà locali , ma vicino al territorio. E le migliaia di aziende servite da UBI avranno dei vantaggi a continuare un rapporto con Intesa che è disinteressata ai piccoli asset mentre unta al gestione dei corporat bond, nazionali o esteri?

Da oggi la Lega cambia volto a livello formale: si chiameràLega per Salvini Premier” e di fatto dice addio alla “vecchia” Lega Nord fondata da Umberto Bossi negli anni Novanta.

Il nord si spacca perché diversi storici elettori della Lega non vedono di buon occhio l’addio al nome “Nord” sia nel titolo che nella modalità di politica del segretario Matteo Salvini. Diversi i rumors che darebbero anche Giancarlo Giorgetti tra i non entusiasti della “destra nazionale” che ha in mente Salvini. Mentre resta invece lo zoccolo duro legato ai Governatori del Nord (Fontana e Zaia).Un favore alle opposizioni? Non hanno tardato ad arrivare i commenti dell’opposizione: “Salvini allontana la Lega dal #Nord e davanti al #PD c’è l’occasione della vita: farsi rappresentanza della parte più moderna ed europea del Paese. Ci vogliano provare? Si comincia col mettere il lavoro, la produttività e la crescita in cima alla nostra agenda. #ricominciodalNord”, è il tweet di Giorgio Gori, sindaco dem di Bergamo e in aperto scontro da tempo con la linea del Segretario Pd Nicola Zingaretti.



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