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6.5 - Le nuove congregazioni religiose





...........................................Naturalmente ogni modello di vita religiosa si sviluppa nella società del proprio tempo: gli ordini mendicanti nel Medioevo attiravano i più disperati, i chierici regolari nel Cinquecento-Seicento invece reclutavano persone di buona famiglia, le nuove congregazioni religiose nell’Ottocento invece reclutavano aderenti fra le classi popolari atti all’azione, e di conseguenza rappresentavano un elemento di evoluzione sia religiosa, sociale e culturale. I cali numerici registrati dopo il 1866 riguardarono soprattutto gli antichi ordini, soprattutto i Francescani, mentre vi fu una tendenza opposta nei nuovi ordini impegnati nel sociale[5], come ad es. i Salesiani.

I pionieri nell’assistenza al prossimo e nella formazione dell’infanzia e della gioventù povera e abbandonata, alla quale dedicarono la loro opera furono in Lombardia tre sacerdoti: Lodovico Pavoni[6], Giovanni Piamarta[7] e Luigi Guanella[8]. Per essere anch’essi espressione di questo “attivismo lombardo” di stampo apostolico-sociale, meritano di essere ricordati Daniele Comboni[9] e Giovanni Battista Scalabrini[10].

[1] Come ad esempio fece Don Bosco adottando nelle sue scuole un metodo pedagogico preventivo in luogo di quello repressivo. [2] Aprendo scuole serali per i lavoratori, introducendo la conoscenza dei diritti individuali e creando le prime forme di mutuo soccorso-sindacali. [3] Aprendo case di riposo per diverse categorie di anziani in stato di bisogno, come ex operai, artigiani, pescatori, sacerdoti, nobili decaduti, ecc. [4] Come ad es. gli “artigianelli”. [5] Gli istituti religiosi fondati nell’Ottocento furono 23 maschili e 183 femminili. Fra i quali si possono citare: tre istituti missionari (il Pontificio istituto missioni estere; i Comboniani; i Saveriani); un istituto per gli emigranti (i Scalabriniani); sei istituti di carità (la Compagnia di Maria per l’educazione dei sordomuti; i Frati bigi; la Congregazione della sacra famiglia di Bergamo; i Missionari servi dei poveri o il Boccone del povero; la Società dei sacerdoti di s. Giuseppe Cottolengo; i Fratelli dell’Immacolata Concezione); sette istituti dediti all’educazione della gioventù (i Sacerdoti delle scuole di carità o Istituto Cavanis; i Figli di Maria Immacolata o Pavoniani; gli Stimmatini o Congregazione delle SS. Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo; i Salesiani; la Congregazione di s. Giuseppe voluta da Leonardo Murialdo; i Figli della carità canossiani; la Sacra Famiglia di Nazareth o Piamarta); sei ordini dediti ad attività varie (gli Oblati di Maria Vergine; i Missionari dei SS. Cuori di Gesù e Maria; L’Istituto della carità o Rosminiani; gli Oblati di S. Giuseppe di Asti; i Missionari del Preziosissimo Sangue; La Società dell’apostolato cattolico o Pallottini). A partire dalla metà dell’Ottocento nacquero dunque in Italia, su iniziativa di sacerdoti fondatori, istituti religiosi che incontrarono le esigenze di una società modellata dallo sviluppo economico, dall’industrializzazione e dai fenomeni ad essa collegati come l’inurbamento e la secolarizzazione. [6]Don Lodovico Pavoni (1784-1849), che avrebbe ispirato tanto don Bosco quanto Don Piamarta, si dedicò a Brescia all’assistenza, catechesi, istruzione e formazione professionale della gioventù povera e abbandonata, costretta a lavorare in ambienti degradati e degradanti dal punto di vista fisico e morale. Avviò il passaggio da un’educazione repressiva (comunemente utilizzata per la gioventù abbandonata e in difficoltà) a una formazione armonica basata sulla valorizzazione delle doti di ciascuno in una comunità. Nel 1821 aprì un istituto assistenziale ed educativo con diverse specializzazioni professionali, tra le quali la tipografia, utilizzata in seguito per una forma di apostolato della stampa pubblicando opere di teologia e filosofia, ma anche manuali per la predicazione, testi di apologetica e catechismi. Dopo la dispersione e lo scioglimento della congregazione I pavoniani si riprendevano poi a Trento e a Milano e, all’inizio del Novecento, anche a Brescia, dove nel 1939, tramite la fondazione dell’editrice Ancora, veniva riorganizzato l’apostolato della stampa. [7]Don Giovanni Piamarta (1841-1913), dirigendo l’oratorio di S. Alessandro a Brescia, nel prendere coscienza delle difficoltà della gioventù inurbata decideva di fondare un’opera che coniugasse la formazione e l’assistenza religiosa con la formazione professionale. Fondò l’Istituto degli Artigianelli. Tra le arti che si apprendevano nella sua opera vi erano la falegnameria, l’officina-fabbri, l’officina meccanica, la forneria, la scuola edile. La tipografia annessa all’Istituto stampava il «Cittadino di Brescia», che «esprimeva la corrente cattolico-liberale di Giorgio Montini e contribuì alla diffusione di scritti educativi e di formazione morale e religiosa come “Lo studente istruito nella dottrina cristiana” del Bonomelli». Dopo la morte di Piamarta nacque la Congregazione della Sacra famiglia di Nazareth (approvata nel 1939), la cui finalità era l’assistenza religiosa, scolastica e professionale dei giovani, soprattutto dei più poveri e bisognosi. Tra le iniziative piamartine si deve segnalare la fondazione dell’editrice Queriniana, specializzata nelle pubblicazioni teologiche. [8] Don Luigi Guanella (1842-1915) scelse di dedicarsi ai poveri abbandonati, ai disabili, alla formazione religiosa delle popolazioni rurali. Nel 1875 per tre anni si unì a Torino alla Congregazione salesiana di don Bosco con voti triennali, scaduti i quali tornò in diocesi. Nel 1886 fondò a Como la Congregazione dei Servi della Carità, detta anche Opera don Guanella. I capisaldi della sua opera erano: l’amore e la cura dei poveri, dei disabili psichici, assistiti con sempre maggior attenzione e preparazione dal punto di vista medico, psico-pedagogico, scolastico e dell’inserimento sociale, dei sordomuti, degli anziani abbandonati e indigenti. L’opera intervenne con aiuti nell’epidemia di colera a Napoli nel 1884, nei terremoti in Calabria nel 1905, a Messina nel 1908 e nella Marsica nel 1915, espandendosi poi anche all’estero. [9] Mons. Daniele Comboni (Limone sul Garda, 15 marzo 1831 – Khartoum, 10 ottobre 1881) missionario e vescovo cattolico italiano. Nel 1867 fondò un istituto di missionari, che presero il nome di Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, e nel 1872 un istituto di suore, Suore Missionarie Pie Madri della Nigrizia. Nello stesso anno diede vita ad una rivista che dieci anni dopo diventerà l'attuale Nigrizia. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Comboni esemplificò la peculiarità del suo piano missionario con il motto: «Salvare l'Africa con l'Africa» [10] Mons. Giovanni Battista Scalabrini (Fino Mornasco, 8 luglio 1839 – Piacenza, 1º giugno 1905) è stato un vescovo cattolico italiano. Proclamato beato da papa Giovanni Paolo II il 9 novembre 1997. Nel 1887 fondò la congregazione dei missionari di san Carlo Borromeo, conosciuti come scalabriniani, per la cura degli emigrati italiani, cura nella quale riesce a coinvolgere anche le apostole del Sacro Cuore di Gesù, fondate dalla forlivese Clelia Merloni. Grazie alla sua iniziativa nacque nel 1891 a New York la Italian St. Raphael Society, la prima e principale organizzazione cattolica per gli immigranti italiani negli Stati Uniti. L'organizzazione rimase operante fino al 1923, svolgendo un ruolo fondamentale di accoglienza e tutela. L'impegno di Scalabrini a tutela degli emigranti è divenuto famoso già a quel tempo anche al di fuori del regno d'Italia. Fondò a Como una società di mutuo soccorso, un oratorio e un asilo infantile. Divenuto vescovo esortava i suoi sacerdoti a prestare attenzione alle nuove problematiche della società ottocentesca, come la questione operaia e l’emigrazione. Favorevole alla partecipazione dei cattolici alla vita politica del Paese, collaborò con Geremia Bonomelli alla preparazione della conciliazione tra lo Stato e la Chiesa. A Piacenza aprì nel 1879 un istituto per le sordomute e nel 1903 fondò l'Opera pro Mondariso, per l'assistenza religiosa, sociale e sindacale delle circa 170.000 addette alla coltura del riso in Piemonte e in Lombardia....................

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