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ABSTRACS: CAPITOLO V - BREVE STORIA DELLA I RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN EUROPA








CAPITOLO V - BREVE STORIA DELLA I RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN EUROPA


Nel capitolo V e VI si sviluppano a tema due argomenti contrapposti ed interdipendenti: l’affermarsi del capitalismo e del liberismo nelle economie occidentali dell’800 ed il parallelo sviluppo dello stato sociale. Si nota che, al progredire della rivoluzione industriale e del capitalismo, il “proletariato” assumerà il ruolo dell’antagonista dei capitalisti per condividere i frutti della ricchezza generata o addirittura si porrà come fine la soppressione del capitalismo “lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo”, mirando a creare una società utopistica di uguali, senza sfruttati, annullando le regole del mercato.



5.3.1 - Il luddismo e le prime manifestazioni operaie

Le condizioni di lavoro e di vita degli operai, lavoro ripetitivo, faticoso e usurante, erano durissime: fino a 12-14 ore di lavoro al giorno in luoghi pericolosi. Salari bassissimi, al limite della sopravvivenza. Donne e bambini sfruttati in misura anche maggiore degli adulti; l’igiene e la sicurezza erano scarse e spesso si verificavano incidenti, anche mortali.

Il lavoratore abituato a ritenersi padrone del mestiere e quindi indispensabile, di fronte all'innovazione si trovò improvvisamente, se non inutile, sostituibile da chiunque, persino da un bambino. Il suo valore specifico svalutato, crollò. Come poteva pretendere di essere ancora pagato alla vecchia maniera, 16- 20 scellini alla settimana, se il suo lavoro poteva essere ora svolto da una donna per cinque scellini alla settimana, o da un bambino per 2 o 3 scellini, od anche solo in cambio di vitto ed alloggio? La rivoluzione industriale ed il capitalismo avevano bisogno di tanta, tanta forza lavoro di vario livello di istruzione. L’evoluzione tecnologica richiedeva un grande numero di figure professionali, amministrazione e contabilità, vendita, marketing, progettazione e produzione. Nell’ambito della produzione dove era impiegata la maggior parte della manodopera vi erano manovali, operai generici, operai specializzati, tecnici di manutenzione, tecnici di progettazione, servizi per la produzione. Un mondo di esperienze che dovevano essere motivate, coordinate e disciplinate, ed una differenziazione delle retribuzioni.

Nello stesso tempo le macchine e l'automazione apparivano come una minaccia ai posti di lavoro operaio, mentre le fabbriche e i nuovi quartieri operai mutavano profondamente il modo di vivere degli operai

Da ciò si sviluppò il luddismo, violento movimento di protesta contro le macchine (1820 sciopero di 60.000 persone in Scozia stroncato dalle autorità) che prese il nome dal tessitore Ned Ludd. Secondo i luddisti le macchine erano alla base di tutti i loro guai. Le loro azioni di forza erano mirate alla distruzione delle macchine.

E il successo delle manifestazioni operaie contro i “capitalisti” (non contro il governo in sé) determinò la nascita di organizzazioni operaie volte alla conquista di migliori condizioni di lavoro. Ma l’idea socialista cominciava a diffondersi con il contributo di molti pensatori, statisti ed industriali: Robert Owen (imprenditore illuminista) ed un gruppo di pensatori francesi chiamati utopisti: Saint Simon, Pierre Joseph Proudhom e Louis Blanc che proponevano, per sconfiggere il principio della concorrenza ed aggressività capitalistica, fonte di povertà e disuguaglianza, l’organizzazione di cooperative di produzione gestite dagli stessi lavoratori in una società di uguali, in grado di dare "a ciascuno secondo i suoi bisogni, da ciascuno secondo le sue capacità". E così compariva il concetto di uguaglianza nella distribuzione delle risorse e la collettivizzazione della ricchezza. Tutti questi esperimenti fallirono.


5.3.2 - Gli ispiratori del movimento operaio


Grazie a un gruppo di operai e di artigiani londinesi che rivendicavano l’ottenimento di una "carta del popolo" (People's Charter), nel 1836 nacque in Inghilterra il Cartismo. Il movimento aveva le seguenti rivendicazioni:

1) il suffragio universale (per gli uomini)

2) l’elezione annuale del parlamento

3) la votazione segreta dei deputati

4) la divisione del Paese in circoscrizioni elettorali uguali (in modo da assicurare un'eguale rappresentanza)

5) l’abrogazione del censo per essere eletti e remunerazione dei deputati.

Queste richieste furono ignorate per molti anni e le dimostrazioni popolari furono represse con la forza. Tuttavia, sotto l'influenza del movimento cartista il Parlamento Inglese composto da nobili, borghesia professionale, ecclesiastici, borghesia industriale, fu costretto a fare alcune concessioni agli operai: nel 1842 fu vietato il lavoro nelle miniere ai bambini di età inferiore ai 10 anni e alle donne; nel 1844 si ridusse a 6 ore e mezza la giornata lavorativa dei bambini fino a 13 anni, per dar loro la possibilità di studiare; nel 1847 fu approvata una legge sulla giornata lavorativa di 10 ore per le donne e i minorenni; fu aumentato il numero degli ispettori di fabbrica per controllare il rispetto delle leggi vigenti in materia di lavoro.

Questo evidenziava la relativa bontà del sistema liberal democratico. Lo stesso che aveva permesso a rappresentanti del terzo stato di compiere la rivoluzione industriale ed arricchirsi ora prendeva atto dell’evoluzione dei rapporti di classe generati sia dal capitalismo (pochi fortunati) sia dal proletariato (una moltitudine al limite della sussistenza) e si schierava a favore della parte più svantaggiata per principi di un buon governo. Da notare che in Inghilterra convivevano varie classi sociali, i nobili con alcuni privilegi, i borghesi delle libere professioni, i borghesi capitalisti e mercanti ed il proletariato accomunati nel rispetto di alcuni principi costituzionali garantiti a tutti.


5.3.3 - Gli utopisti.............................................


................................5.4 - Carlo Marx e il socialismo scientifico


Le teorie appena esposte furono criticate da Karl Marx (1818-1883) studioso di filosofia all'Università di Berlino e di Jena, e dal suo amico e collaboratore Friedrich Engels (1820-1895), figlio di un industriale tessile tedesco. Marx ed Engels rimproveravano ai socialisti come Blanc e Fourier di basare le loro proposte su sentimenti umanitari anziché su un'analisi precisa della realtà. Il loro socialismo fu definito da Marx utopistico perché la solidarietà e l'armonia tra gli uomini, alla base di tale pensiero, erano aspirazioni astratte.

La borghesia capitalistica aveva svolto, secondo Marx, una grande funzione storica: essa infatti aveva edificato una società più ricca di quella aristocratica. Tuttavia, anche la società borghese vive al suo interno una contraddizione: a causa della proprietà privata dei mezzi di produzione, la ricchezza sociale prodotta veniva assorbita in misura crescente da una ristretta classe, quella capitalistica, mentre la classe operaia, che rappresentava la grande maggioranza della popolazione, era mantenuta in condizioni prossime alla miseria. Lo sbocco di tale conflitto avrebbe condotto la classe operaia ad abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione e a realizzare in tal modo una società senza classi, in cui fosse definitivamente eliminato lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Negli anni 1860 Marx, che si trovava ancora a Londra, scrisse il Capitale. Secondo la sua analisi, nella società industriale il capitale era nelle mani di una minoranza di borghesi. Questa minoranza continuava ad arricchirsi grazie al lavoro di una maggioranza di proletari, che possedevano solo la loro capacità di lavorare. Una situazione di questo genere, secondo Marx, non poteva durare per sempre: i proletari avrebbero travolto il vecchio mondo con una rivoluzione e ne avrebbero ricostruito uno nuovo. Nella nuova società comunista i mezzi di produzione sarebbero stati collettivi e non ci sarebbe più stato nessuno sfruttamento dei lavoratori da parte dei padroni.

Le teorie di Marx (aspettativa messianica) ebbero in seguito grande successo nei paesi latini e slavi

Per oltre un secolo la parola d’ordine di tutti i partiti politici sostenitori del proletariato fu che solo con la presa di potere da parte dei lavoratori e con il possesso dei mezzi di produzione sarebbe stato possibile cambiare la società.

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