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CARBURANTI: DOPO ENERGIA ELETTRICA, GAS, BENZINA E GASOLIO, VOLANO ANCHE METANO E GPL





Attraverso

Anna lippert

Pubblicato il 20 Ott 2021 alle 11:11 Aggiornato il 21 Ott 2021 alle 17:10

Dopo il gas e l'elettricità, ora sono i combustibili a sostenere il peso della crisi energetica globale, a seguito della ripresa economica post-pandemia. In tutta Europa i prezzi sono alle stelle. In Francia, il prezzo del diesel ha battuto il record del 2018 all'inizio di ottobre, con una media di 1,53 euro al litro. Anche la Germania è preoccupata per lo spettacolare aumento dei prezzi nelle stazioni di servizio: domenica il prezzo del gasolio ha superato il precedente record del 2012, mentre la benzina senza piombo era vicina ai suoi picchi.


L'aumento dei prezzi alla pompa, dovuto in gran parte all'aumento dei prezzi del petrolio, sta spingendo molti governi europei a prendere in considerazione misure compensative. Gli aiuti diretti sui prezzi del carburante metterebbero comunque gli Stati in una situazione delicata, quest'ultimi rischiano di essere accusati di finanziare i combustibili fossili, nel bel mezzo della crisi climatica e pochi giorni prima della COP26. Che alimentano i dibattiti, nel Vecchio Continente, su come alleggerire il bilancio familiare.


In Francia, il governo, che non ha dimenticato il movimento dei "gilet gialli", ha annunciato di fornire "entro la fine della settimana" un dispositivo "semplice, equo ed efficace" per contrastare l'aumento dei prezzi dell'energia. Se il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, ha mostrato la sua preferenza per un controllo del carburante, mirando agli automobilisti più colpiti, il portavoce del governo, Gabriel Attal, non ha escluso una riduzione delle tasse - che rappresentano il 60% del prezzo di carburante. Diversi membri dell'opposizione hanno chiesto la riduzione dell'IVA per rispondere alla crisi energetica.




In Germania: discussioni sulla riduzione delle tasse

Dall'altra parte del Reno, l'aumento dei prezzi alla pompa dovrebbe far parte delle discussioni sulla formazione di un nuovo governo di coalizione tra Verdi, Socialdemocratici e Liberali, dove la questione climatica sarà probabilmente centrale. E, anche qui, è una questione di tasse. Gerhard Hillebrand, membro della direzione dell'associazione automobilistica ADAC, ha avvertito le parti coinvolte nei negoziati di coalizione su un aumento "più rapido del previsto" della carbon tax, che sta pesando sul prezzo della benzina in Germania, riporta il quotidiano" Der Taggespiegel".


SONDAGGIO ESCLUSIVO - La maggioranza dei francesi sta già iniziando a ridurre il proprio consumo energetico


Le proposte concrete per frenare l'aumento del costo dei viaggi in auto sono scarse, anche se la questione dell'abbassamento dell'IVA è stata sollevata dal ministro dell'Economia bavarese. La BVMW, che rappresenta gli interessi delle piccole, medie o medie imprese, ha chiesto una riduzione temporanea della tassa sui combustibili fossili, inclusa nel prezzo del carburante. Da parte del governo, il ministro dei Trasporti ha suggerito di prendere "rapidamente" misure per ridurre il budget degli automobilisti tedeschi, in particolare in caso di passaggio della barra di 2 euro al litro.


Croazia e Portogallo: prezzi massimi e riduzione delle tasse

La riduzione dell'imposta sui consumi non è l'unica leva considerata dagli Stati per compensare l'aumento dei prezzi del carburante, e per una buona ragione: il governo croato ha adottato un decreto che limita il prezzo al dettaglio di benzina e gasolio fino a metà novembre, secondo le informazioni dal media "Euractiv".


Il sito d'informazione dedicato alle notizie europee riporta anche il gesto del governo portoghese, che ha ridotto leggermente il prezzo del carburante riducendo una tassa sui prodotti petroliferi - una riduzione di 2 centesimi per la benzina e 1 centesimo per il diesel. Il ministro portoghese dell'Ambiente ha anche dichiarato che il governo dovrebbe poter agire sui margini commerciali dei distributori... specificando però che non ne aveva la capacità.

La pista delle misure europee

E se la soluzione fosse europea? Questo è ciò che credono alcuni governi, che ripongono le loro speranze nella politica di Bruxelles. Mercoledì scorso, la Commissione europea ha presentato un arsenale di misure temporanee per far fronte alla crisi energetica. Incoraggiando gli Stati ad abbassare le pesanti tasse sull'energia, compresa l'IVA. Bruxelles ha anche invitato i governi a sostenere le famiglie tramite voucher o differimento delle bollette, avvertendo: queste misure devono essere mirate, modulabili e non compromettere il sostegno alle energie rinnovabili.


Bruxelles è anche sotto pressione da alcuni Stati - Spagna, Italia, Francia e Repubblica Ceca, in particolare - per presentare percorsi di riforma a lungo termine più ambiziosi, che saranno esaminati al vertice europeo di giovedì e venerdì. Germania e Paesi Bassi sono più cauti riguardo all'intervento sul mercato.


Il mercato del carbonio intrappolato nell'impennata dei prezzi dell'energia


Alcuni Stati, infine, hanno espresso la loro preoccupazione per il mercato europeo del carbonio, i cui prezzi sono aumentati vertiginosamente in un anno e che deve essere ampliato nell'ambito del “Green Deal” europeo. Infatti, a partire dal 2025, i fornitori di combustibili e gasolio da riscaldamento dovrebbero a loro volta acquistare quote di emissione. Con il rischio che lo trasferiscano al prezzo alla pompa. Nonostante lo spettro del malcontento generalizzato tra le famiglie europee, Bruxelles resta aggrappata al suo progetto.

Carburanti: Dopo energia elettrica, gas, benzina e gasolio, volano anche metano e GPL. Si teme per l’inverno un nuovo picco dei costi per il riscaldamento: +19%. Necessarie politiche di sistema per tutelare le famiglie più vulnerabili. HOME » CARBURANTI: DOPO ENERGIA ELETTRICA, GAS, BENZINA E GASOLIO, VOLANO ANCHE METANO E GPL. SI TEME PER L’INVERNO UN NUOVO PICCO DEI COSTI PER IL RISCALDAMENTO: +19%.

Inserito il 05/10/2021 In Acqua, Energia, Gas e Rifiuti, Comunicati, Prezzi e Tariffe Vola ancora il costo dei carburanti: stavolta a segnare nuovi record sono i prezzi di metano e GPL, che raggiungono rispettivamente picchi di 2 Euro al litro e di 0,79 Euro al litro. Un andamento allarmante, dovuto all’aumento delle quotazioni del gas (per quanto riguarda il metano) e dei prezzi di contratto per ottobre (per il GPL): il risultato è una vera e propria stangata per i consumatori, che ammonterà a circa +132 Euro annui. Aumenti che si aggiungono a quelli esorbitanti già previsti nella bolletta della luce ed in quella del gas e che fanno temere il peggio per l’inverno in arrivo. Si prospetta, infatti, un ulteriore rincaro dei costi per il riscaldamento, che potrebbe raggiungere i picchi del 2012. Secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori il costo del gasolio riscaldamento subirà un’impennata del +19%, facendo registrare una spesa media annua, per una famiglia media in appartamento di 100 metri quadrati, di oltre 1.400 Euro. Spesa annua per il riscaldamento per un appartamento di c.ca 100 m2 Media Italia€ 1.475,50 È evidente l’urgenza di correre ai ripari e adottare politiche di sistema tese a contenere gli aumenti: a maggior ragione alla luce delle dichiarazioni del Ministro Cingolani che si augura un calo dei prezzi del gas dopo il primo trimestre 2022. Stiamo affrontando una nuova fase nel mercato dell’energia, a cui bisogna rispondere tutelando le famiglie più vulnerabili e arginando il fenomeno della povertà energetica, senza, però, commettere l’errore e la contraddizione di frenare il necessario sviluppo delle rinnovabili. Ecco perché, come rivendichiamo da tempo, siamo convinti sia necessario il massimo sforzo per coordinare a livello europeo l’acquisto delle materie prime: proprio in tal senso arriva da Spagna e Francia la proposta di una piattaforma UE per i contratti di gas naturale, in modo da far fronte comune contro la congiuntura dei prezzi dell’energia. Inoltre, a livello nazionale, è indispensabile mettere in campo misure più determinate in direzione della riforma di oneri di sistema e accise, eliminando l’applicazione dell’IVA su altre tasse e spostando alcune componenti sulla fiscalità generale (a partire proprio dagli incentivi per le fonti rinnovabili). Riteniamo improrogabile in questa fase, inoltre, che il Governo si impegni a promuovere un accordo di sistema tra autotrasportatori e reti di vendita dei carburanti, per evitare ulteriori rincari. È fondamentale monitorare e arginare i fenomeni speculativi. Questa emergenza richiede la collaborazione di tutti: ecco perché chiediamo al Governo di ascoltare la voce dei cittadini e le proposte delle associazioni che ne tutelano gli interessi ed i diritti.

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