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Chi è Elly Schlein la prossima segretaria del PD?





Famiglia e curriculum vitae

Ha battuto a sorpresa Stefano Bonaccini alle primarie: sarà la prima donna a guidare il partito

Il post (Alessandro Bremec/LaPresse) «Abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione e anche stavolta non ci hanno visti arrivare», ha detto nel primo discorso dopo la vittoria, aggiungendo che queste primarie sono state un «inizio di risposta» al «picco di astensionismo» che si è avuto alle ultime elezioni politiche. Sull’argomento però ha anche detto che il PD dovrà «avere l’ossessione delle persone che oggi comunque non hanno partecipato», sostenendo che tra chi non ha votato ci siano soprattutto le fasce più povere della popolazione che la politica ha trascurato. Ha poi parlato degli avversari politici, spiegando che intende essere «un bel problema per il governo Meloni» e concentrarsi soprattutto sulla difesa dei più poveri, che secondo lei «il governo colpisce e non vuole vedere». Ha anche ringraziato molto il suo sfidante alle primarie, Bonaccini, «per il confronto molto alto che abbiamo avuto». La vittoria di Schlein è arrivata in modo assai inaspettato: Bonaccini era dato come ampiamente favorito, sia dai sondaggi che dalle persone del partito, e inoltre aveva già vinto nel voto dei circoli, cioè la fase delle primarie che serve a scegliere i due candidati finali, in cui possono votare solo gli iscritti al PD. Bonaccini aveva preso quasi il 53 per cento, pari a circa 80mila voti, contro il 34,88 per cento di Schlein (cioè circa 52mila voti). Da qualche tempo Schlein era stata indicata da molti, dentro e fuori dal PD, come una segretaria adatta per una fase di ricostruzione come quella che sta attraversando il partito dopo i molti risultati elettorali deludenti degli ultimi anni: Schlein ha infatti un profilo diversissimo da tutti gli attuali dirigenti e volti noti che sono visti come responsabili del declino di consensi. Per molto tempo non ha fatto parte del PD e si è iscritta appositamente per candidarsi alle primarie. Schlein si era fatta conoscere nel partito a partire dal 2013, quando era stata tra le leader di OccupyPD, un movimento formato soprattutto da giovani attivisti e attiviste del partito che si opponevano all’eventualità di un governo di «larghe intese» con il centrodestra. Schlein riuscì a entrare nella direzione nazionale del partito, nella quota riservata alle persone vicine a Pippo Civati, e poi a candidarsi alle europee: nel maggio del 2014 ottenne 53mila preferenze, una montagna di voti per una 29enne perlopiù sconosciuta fino a pochissimo tempo prima. Nel 2015 Schlein uscì dal Partito Democratico in polemica con la svolta imposta al partito da Matteo Renzi e si unì a Possibile, il partito di sinistra fondato da Pippo Civati, da cui però si allontanò progressivamente. Negli anni successivi diversi leader del PD le chiesero di tornare, senza successo: nel 2020 però si presentò con una sua lista alle regionali in Emilia-Romagna, Coraggiosa, che ottenne il 3,77 per cento dei voti. Lei da sola però risultò la candidata col consenso personale più alto, e Bonaccini la scelse come vicepresidente. Alle politiche dello scorso settembre si è candidata alla Camera dei deputati come indipendente nelle liste del PD, in posizione di capolista in un collegio plurinominale in Emilia-Romagna. Una volta eletta si è dimessa da vicepresidente della regione.


Famiglia multiculturale e poliglotta

  • Nonni

  • Il nonno materno era Agostino Viviani, avvocato senese laureato con una tesi su Il patrimonio familiare, istituto poi entrato nel codice civile. Da sempre antifascista, aderì al Partito d'Azione dal 1937. Visse in clandestinità fino alla Liberazione. Fece parte del Comitato di Liberazione Nazionale per la provincia di Siena e nel 1945 entrò a far parte della Consulta Nazionale. In tribunale sostenne i diritti di lavoratori e mezzadri, ma partecipò anche a processi politici come quelli per i fatti di Reggio Emilia, durante il governo Tambroni. Fu senatore fra i socialisti nel 1972 e lavorò alla riforma del diritto di famiglia nella direzione della perfetta parità dei coniugi, oltre che a quella dell'ordinamento penitenziario, sulla disciplina degli stupefacenti e su maternità e interruzione di gravidanza.

  • Il nonno paterno, Harry Schlein, era emigrato negli Stati Uniti da una famiglia di origine ebraica, dell’Europa Orientale che, si legge nella biografia del suo sito ufficiale, «ha conosciuto le tragedie del Novecento». L'origine della famiglia è Żółkiew, un villaggio vicino a Leopoli, allora parte dell'Impero austro-ungarico. Il cognome era Schleyen.

  • Elly Schlein è nata da madre italiana e padre americano e ha anche la cittadinanza statunitense oltre a quella italiana ed è naturalizzata svizzera. Ha partecipatocome attivista a due campagne elettorali di Barak Obama negli U.S.A. Non ama parlare della sua vita privata, né tantomeno farne una bandiera politica: ha una compagna con la quale vive da tempo a Bologna, ma della quale vuole innanzitutto difendere la privacy. "Non è un personaggio pubblico e non intende diventarlo", ha detto.

  • Maria Paola Viviani è docente ordinario di Diritto pubblico comparato nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria ed ha insegnato per molti anni nella facoltà di Scienze politiche dell’Università di Milano. Si è occupata dei temi costituzionali di diversi paesi europei e ha dedicato la sua più importante monografia alla Rigidità costituzionale. Ha approfondito i temi dei modelli federali nella Confederazione elvetica.

  • Il padre è Melvin Schlein, politologo e accademico statunitense. All’epoca della nascita di Elly, il padre è professore emerito di scienza della politica e storia presso la Franklin University di Lugano. In passato è stato assistant director nella sede bolognese della Johns Hopkins University.

  • Il fratello maggiore è il matematico Benjamin Schlein. Nato nel 1975, insegna in Svizzera. La sorella è Susanna Schlein, primo consigliere diplomatico all’Ambasciata italiana ad Atene ed ex-capo della cancelleria consolare dell’ambasciata italiana a Tirana. Ha studiato a Pavia, è stata addetta presso l’Ufficio Ocse al Ministero degli Esteri italiano e ha lavorato al Consolato d’Italia a Saarbrücken, in Germania, fino al 2010. Ha ricoperto il ruolo di vicario dell’Ufficio di Bilancio e Programmazione al Ministero degli Affari Esteri, a Berlino è poi stata consigliere consolare e sociale all’Ambasciata italiana. Il suo nome è entrato nella cronaca lo scorso dicembre per un attentato, probabilmente di matrice anarchica, alla sua auto.


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