INTRODUZIONE AL II VOLUME: L’ ITALIA DAL 1996 AL 2001 di Silvano Zanetti
ABSTRACTS
Nei primi tre capitoli sono analizzati ed elencati i principali dibattiti avvenuti nei partiti, ed i leaders che hanno reso possibile la genesi, l’attività e il disfacimento dei governi.
I condizionamenti esterni di paesi stranieri o calamità furono insignificanti nella formazione dei governi di questa legislatura. Risulta evidente da subito che la Seconda Repubblica appena nata non garantisce ad alcun governo una stabilità temporale. In Italia, oltre al Parlamento, le Regioni, i Comuni, la Magistratura (completamente indipendente), vi sono le potenti lobbies della Confindustria, Confagricoltura, Sindacati, Cooperative, nonché la Chiesa Cattolica e migliaia di altre Associazioni.
I maggiori partiti sono diffusi sì su scala nazionale, ma localmente il controllo appartiene a élites economiche o intellettuali, se non addirittura a capipopolo o capibastone il cui consenso è basato sulla capacità di distribuire grandi o piccole prebende pubbliche ai propri “clientes” fedelissimi generazione dopo generazione. La frammentazione del potere costringe ogni governo a elemosinare il sostegno di qualsiasi gruppo che esercita un nefasto potere contrattuale basato sul contraccambio: “do ut des”.
A questo si sovrappongono le ambizioni personali di ogni politico alla ricerca di visibilità a vantaggio proprio o della lobby che lo ha appoggiato.
Se la Prima Repubblica aveva ingabbiato queste velleità personali nella dura disciplina del centralismo democratico del Partito Comunista Italiano e nella Democrazia Cristiana che, pur suddivisa in correnti individualiste, era “supervisionata” da una ideologia e dalle autorità ed organizzazioni della Chiesa Cattolica, ora ogni parlamentare conquistata la fiducia dell’elettore in particolare nei collegi uninominali, vuole negoziare il suo voto di fiducia o sfiducia per ottenere vantaggi per sé e per i suoi propri elettori..............................................................................
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Dopo solo due anni dalla nascita della seconda repubblica e dopo due governi di breve durata nel 1996 si andò alle elezioni. ...........................................................................
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La sorpresa fu la vittoria del cartello delle sinistre che si presentò sotto il nome “l’Ulivo” con il candidato ufficiale a premier Romano Prodi.
Vi erano tutte le premesse che il governo Prodi potesse durare una intera legislatura. Per la prima volta la sinistra composta da ex-PCI, costretti dalla storia e per motivi di marketing elettorale a riciclarsi come PDS entrava a pieno titolo nel governo. La sinistra radicale, i cosiddetti “duri e puri” scelsero di imitare don Chisciotte e continuare a combattere contro i mulini a vento, per costruire una società di uguali, non avendo imparato nulla dal crollo dell’Unione sovietica che per prima aveva cercato di realizzare questo tipo di società-utopia. Ma si sa il marxismo sociologicamente si impose in Italia come un messaggio messianico di emancipazione e riscatto per le classi sociali svantaggiate..............................................................................
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In realtà il fazioso ed ottuso establishment politico Italiano aveva già stabilito che si sarebbe disfatti di Prodi una volta ottenuto il passaporto per l’euro grazie all’ affidabilità del premier.
La sfiducia a Prodi fu platealmente decretata sia dagli alleati di estrema-sinistra stupidamente convinti che si poteva affondare anche il miglior governo amico, sia dai piccoli partiti centristi attenti alla gestione clientelare dello stato.
Vi furono poi due governi presieduti dal segretario del PDS Massimo d’Alema. Per la prima volta dal dopoguerra un ex-comunista diventava Presidente del Consiglio e con lui altri” ex-compagni” divennero ministri..........................................................................
Il capitolo III è dedicato alla storia ed alla svendita di quel patrimonio pubblico rappresentato dalle Partecipazioni Statali che dal 1980 erano in parte coinvolte in lotte di potere e di corruzione diffusa. Ma buttare l’acqua sporca con il bambino fu un errore imperdonabile ed inqualificabile. E questo fu possibile anche grazie alla Sinistra Storica che, dopo un passato stalinista, era ansiosa di legittimarsi in Occidente come neo liberale. ............................................................................
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Il quarto capitolo è dedicato alla IV rivoluzione industriale (la prima fu quella dell’acciaio a inizio ottocento, la seconda fu quella dell’elettricità a fine ottocento, la terza quella dei transistor verso la metà del XX secolo). A duecento anni di distanza dalla prima rivoluzione industriale avvenuta in Gran Bretagna, (vedere cap. V e VI del I volume) negli Stati Uniti si sviluppò una innovativa new economy basata su computer sempre più potenti, su software sempre più sofisticati, su Internet che necessitava di ambedue queste innovazioni.....................................
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Nel V Capitolo si continua a sviluppare il tema storico dello sviluppo economico in Europa dal 1870 al 1915 con l’affermarsi del Protezionismo in Germania ed Italia che in trenta anni compie la sua rivoluzione industriale anche se limitata al Centro Nord
Nel VI Capitolo come contrappunto si studia lo sviluppo dello Stato sociale dal 1870 al 1915 in particolare in Gran Bretagna, Germania che per prima si dotò di una legislazione moderna per la protezione dei lavoratori in caso di malattia ed infortuni e per la vecchiaia, e delle loro famiglie.
Anche l’Italia imitò il modello tedesco ed iniziò a dotarsi di un sistema di protezione e di previdenza sociale.
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