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L’Italia dei Valori




1.6 – L’Italia dei Valori

L’IdV (l’Italia dei Valori[^3) si identificava con il suo leader Di Pietro, la cui popolarità crebbe a dismisura come ex magistrato di Mani Pulite. Aveva una struttura leggera, senza strutture locali, molta retorica della rete, un rigore estremo nel rispetto delle leggi.

Dopo la caduta dell’ultimo Governo Prodi, Di Pietro decise di accettare l’alleanza col Partito Democratico di Veltroni; con esso infatti, l’IdV in campagna elettorale dichiarò la propria intenzione di costituire un gruppo unico in Parlamento, impegno che dopo il voto venne però ritrattato.

Nelle elezioni politiche di aprile 2008 il partito di Di Pietro ottenne il 4,37% alla Camera e il 4,31% al Senato, con l’elezione di 28 Deputati (più 1 Deputato eletto all’estero) e 14 Senatori candidati nelle liste del partito, il miglior risultato di sempre.

Il risultato fu particolarmente positivo in Molise, la regione natale di Di Pietro, dove il partito raggiunse, sia alla Camera che al Senato circa il 27% delle preferenze.

Durante i primi mesi di legislatura l’Italia dei Valori raccolse le firme per un referendum abrogativo contro il Lodo Alfano, che poi non si svolse a causa della bocciatura di tale legge da parte della Consulta.

A seguito delle inchieste giudiziarie che avevano coinvolto il Presidente della regione Abruzzo, il democratico Ottaviano Del Turco, il 14 ed il 15 dicembre 2008 si svolsero le elezioni regionali anticipate. Per sfidare il dimissionario sindaco di Teramo Giovanni Chiodi del PdL, l’Italia dei Valori, durante la Festa nazionale del partito, propose il nome del Deputato Carlo Costantini, appoggiato anche dal PD e da tutti i partiti della vecchia Unione. L’Italia dei Valori raggiunse il suo massimo storico in Abruzzo con il 15,0% delle preferenze, sei volte in più delle precedenti elezioni regionali. Tuttavia Costantini venne battuto da Chiodi.

Nelle elezioni regionali del 26 ottobre 2008 in Trentino Alto Adige il partito si schierò col Centrosinistra ed ottenne un consigliere nella Provincia di Trento.

Alle elezioni regionali del 15 e 16 febbraio 2009 in Sardegna il candidato del Centrosinistra Renato Soru non venne rieletto, ma l’Italia dei Valori quadruplicò il numero dei voti e quintuplicò la percentuale, passando da 8.558 preferenze del 2004 con l’1,0% a 34.277 preferenze del 2009 con il 5,2%.

Con l’avvicinarsi delle elezioni europee del 2009, Di Pietro dichiarò che in caso di una buona affermazione dell’IdV avrebbe tolto il suo cognome dal simbolo del partito, per costruire una cosa più larga, più utile, che prescinda dall’identità di una sola persona, e che serve a rappresentare qualcosa di più importante, aggiungendo che serve un grande partito progressista che sostenga una proposta di governo credibile, il grande partito che al PD non è riuscito.

Alle elezioni europee il partito ottenne il 7,98% (8% inclusi i voti degli italiani all’estero) registrando quasi il raddoppio dei voti rispetto al 4,37% ottenuto alla Camera alle elezioni politiche del 2008. Tale risultato permise la nomina di sette europarlamentari. Luigi De Magistris, che insieme ad Antonio Di Pietro ed a Sonia Alfano era candidato in tutte le circoscrizioni, risultò eletto in quattro delle cinque circoscrizioni, seguito dallo stesso Di Pietro eletto in tre circoscrizioni.

Il 2009 per il partito fu l’anno di numerose defezioni, dopo l’abbandono del Deputato Jean-Léonard Touadi avvenuto l’anno precedente. Il 7 gennaio 2009 il Deputato Americo Porfidia, già autosospeso per essere stato coinvolto in un’inchiesta sulla criminalità organizzata, lasciò il gruppo alla Camera, passando al Gruppo Misto e successivamente a Noi Sud.

Il 29 luglio dello stesso anno lasciò il partito Giuseppe Giulietti, perché a suo giudizio era stata iniziata una politica troppo spostata verso l’antagonismo radicale, e il 9 novembre lasciarono il partito Pino Pisicchio e Aurelio Salvatore Misiti.

Il partito perse anche due Senatori: il 9 novembre abbandonò il gruppo Giuseppe Astore, non condividendo il fatto che Di Pietro, a suo dire, aveva accolto vari ex avversari politici già bocciati dall’elettorato, mentre il 23 novembre lasciò il partito Giacinto Russo.

Alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010, il partito appoggiò candidati di Centrosinistra in tutte le regioni italiane chiamate al voto, eccetto in Calabria, dove insieme alla Lista Bonino Pannella, appoggiò l’imprenditore Pippo Callipo. Il partito quadruplicò i suoi consensi rispetto al 2005, crescendo in tutte le regioni, particolarmente in Toscana e nel Lazio; in Basilicata ottenne il 9,93% ed ottenne tre consiglieri regionali.

Sempre nel 2010, dopo che il Governo Berlusconi IV si ridimensionò specie alla Camera dei Deputati a causa della scissione da parte del Presidente della Camera Gianfranco Fini, il partito di Di Pietro perse altri due Deputati, Antonio Razzi e Domenico Scilipoti.

Razzi aderì a Noi Sud, mentre Scilipoti, insieme a Massimo Calearo Ciman (ex del Partito Democratico) e Bruno Cesario (ex Alleanza per l’Italia), diede vita ad un proprio movimento denominato Movimento di Responsabilità Nazionale. Entrambi votarono a favore della fiducia al Governo Berlusconi, risultando determinanti.

Questi abbandoni furono molto criticati da Antonio Di Pietro, che denunciò una presunta compravendita e corruzione di parlamentari da parte di Silvio Berlusconi, chiedendo l’intervento della magistratura. All’interno del partito si sviluppò un dibattito sui metodi seguiti da Di Pietro per la scelta dei candidati alle elezioni. Importanti personalità dell’IdV come Sonia Alfano e Luigi De Magistris scrissero una lettera pubblica per affrontare la questione morale all’interno del partito.

Alle elezioni amministrative del 2011, il Centrosinistra si aggiudicò tutti i comuni capoluogo più importanti, insieme a sette province su dodici. A Napoli il Partito Democratico insieme a Sinistra Ecologia Libertà, candidarono sindaco prefetto Mario Morcone, mentre l’IdV presentò l’europarlamentare ed ex magistrato Luigi De Magistris, appoggiato anche dalla Federazione della Sinistra. De Magistris vinse la tornata elettorale diventando sindaco di Napoli, superando il candidato del PD al primo turno e sconfiggendo al ballottaggio del 29 e 30 maggio 2011 il candidato del Popolo della Libertà Gianni Lettieri, con il 65,4% dei consensi.

Dopo la vittoria, De Magistris decise di optare per la carica di primo cittadino del comune partenopeo e si dimise da eurodeputato........................................................

Nel 2010 l’Italia dei Valori si fece promotrice di quattro referendum abrogativi:

...........................................................................................................................................................Successivamente l’IdV raccolse le firme per una proposta di legge d’iniziativa popolare per abolire le province e per due referendum contro la legge elettorale denominata “Porcellum”. Uno era per l’abrogazione totale e uno era per l’abolizione delle liste bloccate.

La raccolta delle firme per l’abolizione delle province ebbe successo, mentre i referendum vennero dichiarati inammissibili dalla Corte Costituzionale. Nei mesi successivi l’Italia dei Valori presentò a Montecitorio anche una proposta di legge d’iniziativa popolare per abolire i rimborsi elettorali, che fu sottoscritta da circa 200.000 italiani.

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