LOCKDOWN per TUTTI. La Situazione in Europa. Mezza fake news su Papa Leone XII 1823-1829
Sarà lockdown per tutti! In Austria la situazione è gravissima. A causa del drammatico andamento della pandemia, come riportato anche dal quotidiano Repubblica, in Alta Austria e nel Land Salisburgo lunedì 22 novembre scatterà un lockdown generale per tutta la popolazione e non solo per i non vaccinati. L'incidenza settimanale su 100mila abitanti nel Salisburghese oggi è di 1672 e in Alta Austria di 1557. "Non abbiamo più grandi margini di manovra", ha detto il governatore dell'Alta Austria, Thomas Stelzer. Il lockdown, ha detto, durerà alcune settimane e si rende necessario per permettere la operatività degli ospedali. Ma non finisce qui: sempre in Austria, dall'1 febbraio del 2022 sarà imposto l'obbligo vaccinale alle persone che a quel giorno non avranno ricevuto alcuna dose del vaccino contro il Covid-19. Ad annunciarlo è il cancelliere austriaco Alexander Schallenberg (OeVP) parlando da Innsbruck all'intera Nazione. L'Austria diventa il primo Paese dell'Unione Europea ad imporre il vaccino.
Anche la Germania non se la sta passando affatto bene. Negli ultimi giorni, la quarta ondata si sta espandendo in maniera violentissima, facendo registrare cifre record di nuovi positivi al COVID: sono oltre 65mila nelle ultime 24 ore. Basti pensare che gli ospedali della Baviera, una delle regioni più colpite, sono stati costretti a chiedere aiuto all’Italia, inviando il primo paziente tedesco in un ospedale di Merano. E ora i Länder chiedono l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari. A loro ha risposto direttamente la cancelliera Angela Merkel: "restrizioni più severe per i non vaccinati", ha assicurato. Aumenta anche il tasso di incidenza a 7 giorni del Paese, arrivato a 336,9 su 100 mila abitanti, come spiega il Robert Koch Institute: "Non siamo mai stati così preoccupati come adesso", ha detto il presidente dell’istituto, Lothar Wieler, in un intervento in videoconferenza. Le stime dei contagi, secondo l’istituzione, "sono più che fosche" e dietro i casi attuali registrati, si nasconderebbe almeno il doppio o il triplo dei numeri. "L’emergenza, quindi, è seria e il rischio è quello di un Natale davvero terribile se non intraprendiamo qualcosa contro la tendenza attuale".
mezza fake news:
Benedetto Croce accusò il Papa Leone XII di essere stato fra l’altro né più né meno che un pioniere del movimento “no vax”; il filosofo scrisse infatti che «il papa che similmente abolì codici e tribunali istituiti dai francesi e volle tornare agli ordini del vecchio tempo, e rinchiuse daccapo i giudei nei ghetti e li astrinse ad assistere a pratiche di una religione che non era la loro, e perfino proibì l’innesto del vaiuolo che mischiava le linfe delle bestie con quelle degli uomini: vani sforzi che poi cedettero dal più al meno alle necessità dei tempi».
Una mezza fake new: ( in ogni caso morirono milioni di bambini per questa permissività),dai testi dell’epoca risulta che papa Leone non proibì il vaccino; nel 1824 abolì però l’obbligatorietà della vaccinazione, invisa a larghi strati della popolazione per la sua supposta pericolosità, pur mantenendone il carattere gratuito. L’obbligo era stato istituito nello Stato Pontificio due anni dopo l’ennesima epidemia di vaiolo, il 20 giugno 1822, dal conte Monaldo Leopardi, gonfaloniere, padre di Giacomo Leopardi e rinomato reazionario.
«Rimane obbligo a Medici e Chirurgi condotti di eseguirla gratuitamente [la vaccinazione antivaiolosa], a quanti vogliano prevalersene, essendo questa la cura ed il preservativo di una malattia alla quale, come a tutte le altre, essi hanno l’obbligo di riparare».
(Leone XII, Circolare legatizia 15 settembre 1824).
Secondo il medico Giacomo Tommasini 'l'aver abolito l'obbligatorietà portò la popolazione, specie nelle campagne, a trascurare la vaccinazione nonostante che la Commissione Provinciale di Sanità mettesse a disposizione il vaccino a chi ne avesse fatto richiesta e nonostante l'impegno degli stessi medici. Così una successiva epidemia, avvenuta nel 1828, solamente nella città di Bologna, causò 553 morti, e una terza epidemia si abbatté nel 1835.
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