Macron subito da Meloni a Roma e poi il cancelliere Sholtz per sondare il governo di destra.
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Domenica 23 ottobre.Oltre un’ora di confronto. Il governo Meloni, dopo i riti d’insediamento, parte di domenica sera con un intenso incontro con il presidente francese Emmanuel Macron. Il caro energia non poteva che essere tra le priorità della discussione e così è stato. Il momento è critico, la generica intesa raggiunta dai leader a Bruxelles giovedì scorso andrà dettagliata nelle prossime settimane. Domani si riuniscono nuovamente i ministri dell’Energia ma le decisioni arriveranno il 18 novembre in occasione di un altro Consiglio tra i capi di governo. Servirà specificare quanto emerso dalle conclusioni dei vertici comunitari sul corridoio dinamico, sulla solidarietà tra i Paesi, sugli acquisti comuni per gli stoccaggi. L’inverno è alle porte, anche se non sembra viste le temperature.
LA FRANCIA PENSA AL TAGLIO DELLE BOLLETTE PER LE PMI
C’è anche il lato economico della crisi energetica, come ben sappiamo. Prendendo ancora spunto dal mondo francese, l’ultimissima notizia riguarda l’ipotesi alla tedesca di un netto taglio delle bollette. Secondo Les Echos, un -10 o 15% sui costi dell’elettricità per le piccole e medie imprese.
La mossa si pone sulla scia di quanto avvenuto già in Germania. Dove lo scudo da 200 miliardi approvato dal governo Scholz mira a contrastare la crisi energetica tramite – nuovamente – il fondo di stabilizzazione economica istituito in occasione della pandemia. E dove il nuovo debito sarà utilizzato per pagare un freno al prezzo del gas e sconti sul prezzo dell’elettricità.
LA SFIDA ENERGETICA IN CIMA ALL’AGENDA DELLA PREMIER MELONI
In Italia si è, invece, insediato il nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Attesa da tante urgenze e scadenze, con la questione energia in cima. Il predecessore di Palazzo Chigi, Mario Draghi, ha lasciato con il successo parziale di giovedì scorso. Ma con tanti moniti e punti da unire. L’ex capo della Bce si è detto soddisfatto, anche perché la battaglia sul price cap è stato un cavallo di battaglia dell’Italia. “Alcuni effetti della decisione di questa notte si vedono già: il prezzo del gas sul mercato TTF – che ad agosto aveva toccato i 350 euro per Mwh – è sceso a 116 euro, circa un terzo. E oggi, dopo che si è diffusa la notizia che avevamo trovato un accordo, ha perso il 10%, a dimostrazione che la componente speculativa che c’è nella formazione di questo prezzo è molto rilevante”, ha detto Draghi.
“Questo era il modo con cui andava affrontata questa crisi fin dall’inizio, ed è un’ulteriore prova della bontà delle nostre proposte, che si tradurranno presto in bollette più basse”.
VERSO IL NUOVO DECRETO BOLLETTE
Nodo bollette, appunto. Ora la palla è nel nuovo esecutivo, con Gilberto Pichetto Fratin nuovo ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica pronto a prendere le redini di quanto fatto da Roberto Cingolani, destinato però a restare attivo come advisor presso Palazzo Chigi (e con cui infatti andrà a Lussemburgo domani per la riunione Ue tra i ministri dell’Energia).
Il taglio delle accise è già stato prolungato per trenta centesimi al litro fino al 18 novembre. Adesso, bisognerà lavorare sugli aiuti alle imprese con il credito d’imposta e le garanzie statali Sace a copertura dei finanziamenti per pagare le fatture energetiche. Nel nuovo decreto comparirà il bonus sociale senza Isee per rendere automatico l’aiuto a chi lo necessita urgentemente.
Energia e Patto d’azione italotedesco per chiudere il triangolo con la Francia. Ecco le questioni che Draghi ha lasciato in eredità al suo successore a Palazzo Chigi
https://formiche.net/2022/10/meloni-patto-d-azione-italia-germania/
“Tutte le volte che ci sono cambi di governo a causa delle elezioni, questo non può rovinare le buone relazioni che abbiamo con gli altri Stati membri o, per esempio, che abbiamo tra Germania e Italia. Continueremo a lavorare con una collaborazione molto buona”. Così nei giorni scorsi il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dato il suo benvenuto, dopo l’ultimo Consiglio europeo di Mario Draghi, al nuovo presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. Dopo il giuramento di quest’ultima, il leader tedesco ha fatto le sue “congratulazioni” su Twitter scrivendo: “Non vedo l’ora di continuare a lavorare in modo stretto insieme all’Italia nell’Ue, nella Nato e nel G7”, ha detto rivolgendo poi un ringraziamento a Draghi per “per la buona partnership fra Italia e Germania in questi anni”. Si riparte, dunque, anche in questo caso dal lascito del predecessore a Palazzo Chigi, la cui caduta ha imposto uno stop al percorso verso la fama del Piano d’azione tra Italia e Germania, annunciato da Draghi e Scholz a dicembre. L’auspicio era di firmare l’intesa entro la prima metà dell’anno ma l’invasione russa dell’Ucraina e la caduta del governo Draghi hanno causato il rinvio. L’iniziativa italo-tedesca non dovrebbe avere la stessa qualità del Trattato del Quirinale, concluso un anno fa tra Italia e Francia. Dovrebbe essere un accordo “più piccolo”, ma al tempo stesso “più specifico”, aveva spiegato la Faz. Secondo quanto appreso da Formiche.net nelle scorse settimane, il Piano d’azione era in fase avanzata, quasi pronto per la firma. Ora, però, è tra le questioni che attendono il nuovo governo con più urgenza, con la diplomazia italiana a Berlino, guidata dall’ambasciatore Armando Varricchio, pronta riprendere in mano il dossier. Euractiv aveva indagato la questione sul lato tedesco prima delle elezioni italiani raccontando la volontà tedesca di chiudere l’accordo anche con un governo guidato da Fratelli d’Italia. Il tutto nonostante Lars Klingbeil, segretario dell’Spd, partito di Scholz, avesse dichiarato il proprio sostegno al Partito democratico di Enrico Letta. Il socialdemocratico Axel Schäfer, presidente del gruppo parlamentare italo-tedesco, nel pezzo di Euractiv aveva usato toni durissimi contro il centrodestra italiano ma aveva anche sottolineato che “sarebbe un errore fatale interrompere il dialogo e la cooperazione con la società italiana come reazione alle elezioni. Al contrario, il Piano d’azione è necessario ora più che mai e non deve essere ritardato. Il risentimento xenofobo è più forte dove mancano i punti di contatto”. Da parte della Cdu, il parlamentare Hans-Jürgen Thies aveva dichiarato laconicamente che “non c’è alternativa al proseguimento del dialogo italo-tedesco”. I rapporti con Parigi e Berlino sono fondamentali per Roma. La Francia “avrà bisogno dell’Italia per fare corpo, per tenere ancorata la Germania”, ha spiegato nei giorni scorsi Carlo Pelanda, docente di geopolitica economica presso l’Università Guglielmo Marconi, a Formiche.net. “Bisognerà vedere quanto questo convenga a noi, e non è un calcolo semplice. Questa situazione pone al nuovo governo italiano il dilemma se agganciarsi di più alla Francia nella sua strategia di sovranità europea imbrigliando la Germania, oppure fare come fa Berlino”, ha continuato commentando la visita a Roma del presidente francese Emmanuel Macron. In effetti, i due leader non sono probabilmente sulla stessa lunghezza d’onda, ma hanno un obiettivo comune: fare pressione sulla Germania affinché accetti interventi energetici più incisivi a livello europeo.
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