NO VAX-NO GREEN PASS-IN PIAZZA ESTREMA DESTRA E SINISTRA. EFFICACIA VACCINO DEL 94,3%.
Dal 15 ottobre obbligo di Green Pass per tutti i lavoratori in Italia, non in Europa.
In tutte le fasce d’età, l’efficacia della vaccinazione contro il decesso è al 94,3 per cento.
Il dato più interessante dell’ultima settimana riguarda i tamponi, che hanno fatto registrare un notevole aumento: ne sono stati fatti oltre tre milioni, per la precisione 3 milioni 51 mila e 734, un record da quando si raccolgono e analizzano i dati dell’epidemia.
Nell’ultima settimana il dato dei decessi è stato stabile rispetto ai sette giorni precedenti: ne sono stati segnalati 267, tre in più rispetto alla settimana dal 7 al 13 ottobre.
La percentuale di occupazione delle terapie intensive di pazienti malati di COVID-19 è stata inferiore al 10 per cento in tutte le regioni.
I dati di efficacia del vaccino vengono aggiornati ogni settimana dall’Istituto superiore di sanità che li diffonde nel bollettino di sorveglianza. In tutte le fasce d’età, l’efficacia della vaccinazione contro il decesso è al 94,3 per cento. Significa che le persone vaccinate con doppia dose hanno un rischio inferiore del 94,3 per cento di morire per la COVID-19 rispetto alle persone non vaccinate.
Finora in Italia 46,4 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus, e di queste quasi 44,1 milioni risultano completamente vaccinate. Il 78,2 per cento della popolazione quindi ha ricevuto almeno una dose e il 74,5 per cento ha completato il ciclo vaccinale. Le regioni hanno somministrato l’88,4 per cento delle dosi disponibili.
«Nelle piazze di sabato c’era la rabbia e il malcontento di una parte importante del Paese. Importante ma assolutamente minoritaria e questa constatazione, basata sui numeri, dev’essere la premessa di qualunque analisi del fenomeno No-Vax e No-Pass. Migliaia di manifestanti hanno sfilato contro le decisioni del governo, ottenendo un riscontro mediatico notevole come spesso accade in Italia dove le minoranze sono parecchio “rumorose”, ma mentre parliamo 30 milioni di persone si sono già sottoposte alla doppia dose del vaccino, il 56% degli italiani. Un numero enormemente superiore, per quanto ancora non sufficiente: purtroppo non siamo alle elezioni, non basta il 51% per sconfiggere il Covid».
Chi c’era in quelle piazze? «Un mondo variegato, con dentro un po’ di tutto e fini molto diversi - risponde Giovanni Diamanti, socio e amministratore di Quorum-You Trend, professore di Marketing politico all’università di Padova -. C’era l’estrema destra ma anche l’estrema sinistra, c’era l’ala più conservatrice del cattolicesimo e infine sì, c’erano anche i No-Vax».
Minoranza nella minoranza? «Difficile da dire, perché la rabbia ha sfilato senza bandiere, indistinta. Tanto minoritaria, però, non direi: la galassia No-Vax è attiva da tempo e negli anni ha saputo costruire una rete di relazioni molto ramificata».
La deputata ex Cinque Stelle Sara Cunial, vicentina, è espressione di quel mondo. «Esattamente. Sono organizzati ed hanno punti di riferimento sul territorio più solidi di quel che molti immaginano. Poi c’è l’estrema destra a cui invece del vaccino interessa poco, direi nulla: dai tempi dei “Forconi” il loro obiettivo è aizzare e cavalcare le piazze dello scontento in chiave anti-sistema».
Col paradosso di inneggiare alla «libertà» ispirandosi ad una storia e un’ideologia con solide radici nell’autoritarismo. «Un paradosso, certo, ma qui il sogno autoritario svanisce superato dalla volontà di sfruttare le proteste, per qualunque ragione si scatenino, dai vaccini ai migranti, con l’unico intento di sovvertire lo Stato e le sue istituzioni, conquistando nelle piazze i consensi che, a differenza di altri Paesi europei, latitano nell’urna».
Il presidente della Regione Luca Zaia o il sindaco di Treviso Mario Conte sono stati minacciati ripetutamente dai No-Vax, pur essendo esponenti di primo piano della Lega, ossia della destra italiana. «Della destra italiana che sta nelle istituzioni, qui sta il punto: la vaccinazione oggi è “sistema”. Da un lato abbiamo esponenti di partiti se non proprio contrari quanto meno ambigui sul tema diventare convintamente Pro-Vax non appena entrati in maggioranza e arrivati al governo; dall’altro chi è contro il “sistema”, oggi, è contro i vaccini e qualunque obbligo imposto dalla crisi pandemica. Questo spiega come mai accanto a volti noti di Forza Nuova in piazza ci fossero altrettanti noti esponenti dell’estrema sinistra e dei centri sociali».
Se le cose stanno così, pensare di ragionare con queste piazze sui vaccini tenendo la questione sul piano medico-scientifico è pura utopia. «Ma è un dovere dello Stato, il cui obiettivo dev’essere soltanto quello di convincere quante più persone a fare la cosa giusta, e cioè vaccinarsi. In questo senso trovo sbagliato l’approccio comunicativo che tende a umiliare i No-Vax, liquidandoli come zotici ignoranti e addirittura come “topi”, come ha fatto in un tweet il professor Burioni, una delle voci più ascoltate tra i virologi».
Sui toni del dibattito pubblico influisce anche l’uso, e l’abuso, dei social network? «I social non hanno colpe, veicolano il messaggio che viene proposto in entrambe le direzioni e difatti li usano i No-Vax ma li usa pure Burioni. Giocano un ruolo importante questo sì, nell’organizzazione delle piazze, mettendo in connessione persone che senza di essi probabilmente non si sarebbero mai incontrate in vita loro; e sono fondamentali nella formazione dell’opinione dei No-Vax, perché consentono il diffondersi di teorie “alternative” e del complotto che sui media non trovano spazio, e perché creano bolle, stanze dell’eco, in cui ai No-Vax vengono suggeriti e proposti “amici” No-Vax, post No-Vax, Gruppi No-Vax, con ciò contribuendo a dar loro l’errata percezione di essere tantissimi quando invece, come abbiamo detto all’inizio, non lo sono affatto».
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