“Qui a New York ormai l’immunità di gregge: INSPIEGABILE il rialzo di CONTAGI in Lombardia”
"A New York il rapporto tamponi-positivi a New York non supera l'1,5% e le terapie intensive sono vuote. Perchè non sta succedendo lo stesso a Milano e in Lombardia?"
"A New York il rapporto tamponi-positivi a New York non supera l'1,5% e le terapie intensive sono vuote. Perchè non sta succedendo lo stesso a Milano e in Lombardia?" Francesco Rotatori, direttore di cardiologia al Richmond University Medical Center di Staten Island a New York, spiega come la situazione nella metropoli sia sotto controllo, in alcune zone è stata raggiunta l’immunità e il 98,3% dei posti in terapia intensiva sono liberi. Si dice stupito della nuova ondata di casi in Lombardia già epicentro della pandemia nel periodo marzo-aprile. # Il rapporto tamponi-positivi a New York non supera l’1,5% “Ci tengo a precisare che io sono medico, clinico, non ho esperienza di ricerca e non sono un epidemiologo, mi informo. Quello che dico quindi è quello che osservo nel mio ambiente. Ritengo che guardare la situazione del Covid basandosi sul numero degli infetti sia una cosa molto riduttiva, sia rispetto a quello che succede in America, sia rispetto a quello che succede in Italia. Il numero di infetti a New York non è molto alto, il numero di persone testate invece è assolutamente rilevante. Le scuole pubbliche di Brooklyn testano random il 20% di staff e studenti a settimana. I numeri di oggi non sono assolutamente comparabili a quelli che vedevamo a marzo, quando facevamo il test a coloro che erano malati, e neanche a tutti, perché a molti dicevamo di stare a casa. I numeri si stanno mantenendo relativamente bassi, c’è stato un incremento nel mese di settembre, ma per tutta l’estate a New York c’erano 200-300 casi al giorno, nell’ultima settimana siamo saliti a 1.500-2.000 al giorno. Confrontando il numero di test fatti però in tutto il New York State, in cui New York City è sicuramente l’area più importante, ci sono stati ieri 1.632 positivi, sono stati fatti 120.000 test, con un tasso d’infezione dell’1,3%. Brooklyn, che ha 2 milioni e mezzo di abitanti, ha avuto 214 positivi su 14.425 persone testate, quindi il rate d’infezione è dell’1,48%. Manhattan ha lo 0,93%, con 113 positivi su 12.000 testati. Staten Island, dove lavoro io, ha l’1,5%, con 44 positivi su 2.219 testati.” # In terapia intensiva 1,7% dei posti occupati: 900 su 51.000 disponibili, a marzo erano tutti pieni “Il dato basso di contagi si correla anche al numero di ricoverati nelle Icu (Intensive Care Units, terapie intensive, ndr), infatti nell’ultima rilevazione (ndr sabato 24 ottobre) nelle Icu dello Stato di New York c’erano 900 pazienti Covid e la capacity delle Icu nel New York State è di 51.000 posti letto, al di sotto di qualsiasi livello di guardia o di attenzione. Quando abbiamo avuto il picco a marzo avevamo 51.000 pazienti, le Icu erano piene. Oggettivamente, nel mio ospedale, durante il picco avevamo 260 pazienti ricoverati per Covid, ora ne abbiamo 6-7, 2 in terapia intensiva, son lì da due settimane. Ma venerdì 23 ottobre a New York non è morto nessuno di Covid.”
# In America ci sono state tre ondate: la prima ondata ha colpito il Nord-East e New York, poi il resto della Nazione nelle successive. In Italia succedono cose inspiegabili, soprattutto a Milano e in Lombardia
“Quello che vediamo in Italia è molto preoccupante. E francamente alcune cose sono anche alquanto inspiegabili. Per esempio, guardando l’America io vedo che quella attuale è la terza ondata. La prima ondata è stata da marzo a maggio nel North-East, New York e altre zone, poi è finito tutto ed è iniziato nel resto d’America con una seconda ondata che ha investito Texas, Arizona eccetera. Ora abbiamo la terza wave che colpisce il Midwest: Michigan, Minnesota eccetera sono le zone in difficoltà adesso. Le ondate hanno colpito posti diversi, l’America è grande ovviamente, qui a New York ora siamo ok, ma in altri posti stanno vivendo quasi la prima ondata.
Pensavo che in Italia sarebbe successa la stessa cosa, per certi versi è così. Parlavo con un mio amico umbro che mi diceva che la sua regione è stata protetta dalla prima infezione, ma adesso il virus sta dilagando, è come la prima ondata per loro. Milano e la Lombardia però non me le so proprio spiegare, sinceramente non capisco come sia possibile, perché mi sembrava che il virus si fosse diffuso rapidamente e in modo esteso.”
# Diverse aree di New York hanno raggiunto l’immunità di gregge, inspiegabile che in Lombardia non sia così nonostante la prima ondata
“A New York ci sono diversi studi, non c’è un’evidenza scientifica chiara, ma ci sono studi che suggeriscono che alcune zone hanno raggiunto il livello critico della cosiddetta herd immunity, l’immunità di gregge. Per esempio, una delle zone più colpite dalla prima ondata a New York è stato il quartiere del Queens chiamato Corona, cosa peraltro abbastanza grottesca. Hanno fatto recentemente tamponi standard e hanno trovato che l’80% della popolazione era immunizzata, aveva gli anticorpi. Uno può dire che gli anticorpi se ne stanno andando ma, anche lì, ci sono studi che dicono che l’immunità non è data solo dagli anticorpi, c’è anche la T-cell immunity. Come mai in Lombardia sia ricominciato tutto da capo non me lo so spiegare.”
# La chiusura degli Usa ai Paesi a rischio e all’Europa ha contribuito al contenimento del virus
“Sicuramente aver chiuso all’Europa è un fattore che ha contribuito. Qui a New York, anche se vieni da un altro Stato americano considerato unsafe, a rischio, devi fare quindici giorni di quarantena. Non c’è un solo fattore che causa la pandemia, ce ne sono tanti insieme.”
Fonte articolo: Il Sussidiario
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