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Superbonus edilizia e bonus facciate costati 150 miliardi. Meloni 2.000 euro a cranio.





Comunque i conti si fanno a consuntivo ....... e le sorprese non mancano mai...... inotre per onestà occorre calcolare anche i vantaggi ottenuti dallo stato




L’8 ottobre, in un’intervista con Il Messaggero, il segretario di Azione Carlo Calenda è tornato a criticare il Superbonus 110 per cento, l’incentivo edilizio introdotto nel 2020 dal secondo governo Conte, dicendo che fino a oggi «Il Superbonus è stata "la più grande e assurda spesa regressiva e finirà per costare 150 miliardi di euro con tutti i bonus edilizi"



Abbiamo verificato che cosa dicono i numeri e l’ex ministro dello Sviluppo economico esagera.


Il costo del Superbonus

Secondo i dati più aggiornati dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), al 31 agosto 2023 il totale degli investimenti relativi al Superbonus ammontava a 86,3 miliardi di euro. Di questi, le detrazioni maturate a lavori conclusi avevano un valore pari a 76,1 miliardi di euro. Questa cifra è circa 25 miliardi di euro più alta rispetto al valore delle detrazioni maturate fino alla fine del 2022, ma i numeri sono lontani dai «150 miliardi di euro» citati da Calenda.



Ricordiamo che il Superbonus è stato introdotto a maggio 2020 con il decreto “Rilancio”, che ha esteso il sistema della cessione dei crediti d’imposta a quasi tutti i bonus edilizi. Nel corso degli anni queste norme hanno subito varie modifiche. Da ultimo, a febbraio 2023, il governo Meloni ha deciso di bloccare la cessione dei crediti e il sistema dello sconto in fattura nel tentativo di contenere i costi dei bonus, aumentati rispetto alle previsioni iniziali.



Il 9 ottobre, in un’audizione alle commissioni Bilancio di Senato e Camera, il capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia Sergio Nicoletti Altimari ha dichiarato che i crediti d’imposta maturati fino alla fine del 2022 per il Superbonus e per il bonus “Facciate”, introdotto nel 2019, «sono stati complessivamente dell’ordine di 90 miliardi». Per il solo 2023 la spesa per il Superbonus è stimata di poco inferiore ai 40 miliardi di euro. Sommando queste voci si ottengono circa 130 miliardi di euro, un valore più vicino ai «150 miliardi di euro» di cui parla Calenda. Questo numero, però, riguarda anche il bonus “Facciate” e i costi stimati per i prossimi mesi.

Il verdetto

Carlo Calenda ha dichiarato che il Superbonus «ci è costato 150 miliardi di euro». Abbiamo verificato e il numero indicato dal segretario di Azione è esagerato. Comunque i conti si fanno a consuntivo ....... e le sorprese non mancano mai...... inotre per onestà occorre calcolare anche i vantaggi ottenuti dallo stato



Al 31 agosto 2023 le detrazioni maturate a lavori conclusi per il Superbonus avevano raggiunto un valore pari a 76 miliardi di euro. Considerando anche il bonus “Facciate” e le stime sui costi per l’intero 2023, la spesa per i bonus è stimata raggiungere i 130 miliardi.  Recentemente il Cresme ha aggiornato le sue analisi, evidenziando come al 30 settembre 2023 dei 97 miliardi di euro di investimenti ammessi in detrazione il 34% è ritornato allo Stato tra IVA, Ires, Irpef lavoratori, contributi previdenziali e assicurativi.

Un dato che smentirebbe in modo inequivocabile i detrattori del superbonus che focalizzano le loro critiche esclusivamente sui dati economici, definendo questa misura un "disastro". Secondo il Cresme:

  • le aziende hanno beneficiato per il 21,8%

  • il settore servizi con il 26%, diviso tra progettazione e consulenze di varia natura, tra cui sono incluse anche le banche e gli intermediari finanziari;

  • il 12% circa all’industria manufatturiera che ha fornito i materiali.

Il commento di Federcepicostruzioni

"Qualche riserva sui dati Cresme - commenta il presidente nazionale di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi - non in linea con i nostri studi, la percentuale indicata relativa ai costi di monetizzazione praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari che stando alle nostre rilevazioni incide dal 25 al 30%: siamo fuori da ogni logica e da ogni regola di mercato. Ancora una volta l’elaborazione dei dati macroeconomici sfata il mito che a beneficiare del Superbonus 110% siano state soltanto le imprese di costruzioni”.


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